The Vegas Journal: The Paddock Mystery

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Diario da Vegas: il mistero Paddock

Spendeva 10.000 dollari al mese nei casinò Stephen Paddock, il pensionato autore della strage. Una delle piste seguite dagli inquirenti punta proprio al “core business” di Vegas come un possibile movente per una sorta di tragica vendetta contro il mondo luccicante verso il quale potrebbe avere accumulato delusioni e risentimenti. Le slot-machine sono la versione più perfida e crudele dell’American Dream, questa città nasce e deve la sua fortuna grazie allo sfruttamento dell’ingenuità di massa.

E’ solo un’ipotesi perché Paddock è il primo terrorista “pre-moderno”: ha evitato di seminare indizi e propositi sui social media. E’ un altro risvolto inedito di questa storia. Con un riflesso pavloviano tipico della nostra era, tutti si sono precipitati a cercare tracce dei suoi moventi su Facebook ecc ecc. Zero totale. Improvvisamente i social sono inutili di fronte a un individuo che si teneva i suoi pensieri per sé. La tecnologia diventa inutile per decifrare una vita “off-line”.

Il primo test di Trump di fronte a una strage domestica si sovrappone al suo viaggio a Portorico. Tra oggi e domani il presidente deve affrontare due teatri di tragedie, l’isola è allo stremo per la lentezza degli aiuti, mentre domani venendo qui a Vegas il presidente “giocherà in casa”, questa è letteralmente l’America trumpiana con tanto di casinò dorato col suo nome. Ma se Obama cercava di trovare nei lutti nazionali (Sandy Hook, Charleston) una lezione morale e politica, Trump nelle sue prime parole si è affidato a Dio (poco convincente), poi ha twittato una frase evasiva sul problema delle armi onde evitare/rinviare ogni dibattito.

Come la destra americana “elabora” il lutto? Esaltando l’eroismo e l’altruismo. Bisogna guardare Fox News per capire come funziona il cervello della destra. Per non affrontare domande scomode sulle armi tutta la narrazione viene spostata sui casi singoli di abnegazione, solidarietà tra vittime, coraggio delle forze dell’ordine. La tv offre un’orgia di patriottismo consolatorio che contrappone alla follia criminale del singolo deviante un’America meravigliosa. Chi osa a sinistra affrontare il tabù delle armi viene accusato di “politicizzare” una tragedia.

Il finto stupore dell’America di fronte alla vastità dell’arsenale accumulato da Paddock. La polizia vuole capire come ha potuto mettersi in casa decine di armi da guerra e di esplosivo, ma la normativa del Nevada è talmente lassista che chiunque potrebbe farlo.

Il tema che segnalavo ieri, cioè Las Vegas che non ha interrotto neppure uno spettacolo per lutto, “the show business must go on”, è lo sfondo perfetto per una nazione che da una sparatoria all’altra si rifiuta ostinatamente di cambiare.

Aspettiamo sempre che la polizia parli con la compagna (o ex compagna?) di Paddock, quella che al momento della strage stava viaggiando in Giappone. Ignara di tutto, secondo gli inquirenti, al momento viene scagionata da ogni sospetto di complicità però potrebbe offrire uno spiraglio nella mente dell’uomo.

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