Obama and Immigration Reform: A Radical Change

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Così Obama rivoluziona la politica dell’immigrazione

Riforma con decreto: 5 milioni di persone regolarizzate e salvate dalla “deportazione”. I repubblicani, senza bussola, studiano le contromosse

Barack Obama ha rotto gli indugi. Varerà la riforma dell’immigrazione e lo farà a colpi di decreto, firmando gli ordini esecutivi che bypasseranno il Congresso. È stato lui stesso ad annunciarlo in un discorso di 15 minuti mandato in onda in prime time solo da alcuni dei principali network televisivi. Il risultato sarà una maxi sanatoria per cinque milioni di persone, immigrati irregolari che vivono da tempo negli Stati Uniti. Loro festeggiano. Soprattutto i latinos, la comunità che più delle altre beneficierà della riforma. I repubblicani sono invece furiosi. Accusano Obama di aver agito come un monarca.

Una decisione annunciata da tempo

La sua mossa era stata annunciata da tempo. In realtà, la sua gestazione è stata molto più lunga. Una riforma dell’immigrazione era stata promessa da tempo, ma non era mai arrivata. Il presidente aspettava il Congresso, ma Capitol Hill non si è mai mossa. Il partito repubblicano ha sempre fatto le barricate.

Solo dopo la sconfitta del 2012 (Obama aveva vinto grazie alla somma delle minoranze) era sembrato disposto a un compromesso. Che però non è mai arrivato. Dopo l’affermazione del GOP alle elezioni di Medio Termine, Obama ha capito che la strada sarebbe stata ancora più dura per far passare una riforma consona alle sue idee. E ha forzato la mano.

Lo ha fatto pensando alle promesse fatte e mai mantenute finora, e lo ha fatto pensando al 2016. Per il prossimo candidato democratico alla Casa Bianca (Hillary) si apre la possibilità di usufurire di un consistente serbatoio di voti, quello degli ispanici. A milioni aspettavano di uscire dalla clandestinità. Se poi diventeranno cittadini americani, quando si recheranno alle urne saranno riconoscenti. Comunque sia, lo saranno i parenti e gli amici con i quali si sono congiunti negli Stati Uniti e che già avevano il diritto di voto.

Le contromosse dei repubblicani

I repubblicani avevano iniziato a riflettere su questo tesoretto di voti, ma le tensioni tra le varie anime del partito ne hanno sempre bloccato l’azione. Il fuoco di fila dei contrari alla riforma ha coperto la voce di chi diceva che si dovesse agire per evitare di regalare quei voti ai democratici. Alla fine, il lento Obama è stato più veloce della messa a punto delle strategie dell’elefantino.

Per evitare di rimanere scottato, ora il GOP deve agire. Può farlo. Con la maggioranza dei voti al Congresso può varare una sua riforma. Jeb Bush, possibile candidato nel 2016, ha subito esortato a farlo. “Obama ha ancora una volta messo in campo politiche divisive e manipolatorie, invece di una leadership misurata” – ha commentato – ‘Dobbiamo dimostrare agli americani che noi siamo il partito che affronta seriamente le sfide ed è in grado di costruire una solida base di consenso per raggiungere significative riforme per il futuro”.

I numeri dicono che negli Stati Uniti ci sono circa 10 milioni i clandestini. La riforma ‘salva’ le posizioni della metà di questo esercito di uomini, donne e anche bambini. I 5 milioni di immigrati clandestini ai quali è rivolto il piano Obama scamperanno alla cosiddetta

‘deportation’, il rimpatrio forzato, una vera e propria piaga sociale: padri e madri separati dai figli, i primi rispediti al paese d’origine, i secondi, nati sul territorio americano, destinati a rimanere negli Usa senza i loro genitori.

Che cosa prevede la riforma

La riforma Obama prevede che gli irregolari che vivono da più di cinque anni negli Stati Uniti, o che hanno un figlio nato negli Usa, o che è titolare di un permesso di soggiorno permanente, possano ottenere un permesso di lavoro di tre anni. L’importante è che non si siano macchiati di reati. E in questo caso ad essere colpiti saranno i singoli individui, e non le famiglie, come invece è accaduto in passato.

Obama ha mantenuto la sua promessa. Ora la palla passa nel campo repubblicano. Il presidente li ha sfidati: fate una nuova legge. Per il GOP non sarà facile: dovrà tenere conto dei voti dei latinos e di quelli dell’elettorato bianco e conservatore, mal disposto rispetto all’invasione degli immigrati. Come tenerli insieme su questo tema in vista del 2016?

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