First Battlefield Death of the Trump Era

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Il primo caduto dell’era Trump

È il primo soldato americano caduto sul campo da quando si è insediato Donald Trump. Si tratta di un membro delle forze speciali Usa (Navy’s SEAL Team 6) ucciso nella provincia di Bayda, in Yemen, durante un’operazione militare contro i jihadisti di Al Qaida.

Secondo quanto fa sapere Guido Olimpio sul Corriere, durante l’azione sarebbe andato perduto anche un un velivolo Osprey. Impiegati anche elicotteri Apache. La versione ufficiale afferma che il mezzo è stato distrutto a terra a causa dei danni subiti durante l’atterraggio. Ma le verifiche, almeno per il momento, risultano impossibili. Altri tre soldati americani sarebbero rimasti feriti durante gli scontri con i jihadisti. Joseph Votel, comandante del Comando centrale americano, ha così commentato la notizia: “Siamo profondamente addolorati per la perdita di uno dei nostri membri del servizio d’élite. I sacrifici sono molto profondi nella nostra lotta contro i terroristi che minacciano i popoli innocenti in tutto il mondo”.

L’operazione militare avrebbe portato alla morte di 14 terroristi, di cui tre leader di Al Qaida. Ma, anche in questo caso, le notizie sono contrastanti. Secondo una fonte locale, infatti, i jihadisti uccisi sarebbero almeno 57. I civili morti durante gli scontri – anche se il Pentagono smentisce – sarebbero invece 16, otto donne e otto bambini.

I tre leader di Al Qaida uccisi nel raid sarebbero i fratelli Abdel-Rauf e Sultan al-Dhahab e Seif al-Joufi. Secondo quanto riporta l’Ansa, “la famiglia al Dhahab è considerata alleata di al Qaida, che, secondo fonti della sicurezza, è concentrata nella provincia Bayda. Un terzo membro della stessa famiglia, Tareq al Dhahab, è stato ucciso in un precedente raid Usa, anni fa”.

Le operazioni dell’amministrazione Obama

L’amministrazione Obama, ha compiuto diversi raid in Yemen, “affidandosi sopratutto agli strikes di velivoli senza pilota, numerosi condotti anche alla vigilia del cambio della guardia alla Casa Bianca”, come ha notato Guido Olimpio.

Trump invece si è affidato alle forze speciali per un’operazione che, almeno sulla carta, sarebbe dovuta essere chirurgica (anche se così non è stato, dato l’alto numero di morti che si sarebbero verificate tra i civili).

Come riporta il Guardian, questo è il primo intervento di terra compiuto dagli americani da quando lo Yemen è sprofondato nel caos della guerra civile, due anni fa. A partire da quel momento, infatti, sia Al Qaida che lo Stato islamico hanno sfruttato il vuoto di potere che si era creato in seno al Paese per compiere diversi attentati terroristici. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato compiuto dall’Isis lo scorso 18 dicembre, provocando la morte di 49 persone.

La guerra in Yemen non riguarda solamente i ribelli Houti e il governo sostenuto dall’Arabia Saudita. Incarna uno scenario molto più ampio in cui si intersecano gli interessi di diverse potenze internazionali. Ed è per questo che tutte le mosse che farà Trump nei prossimi giorni e nei prossimi mesi avranno un peso particolare. Questo, per ora, è solo l’inizio.

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