Donald’s Blunder and Obama’s Blame

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La gaffe di Donald e le colpe di Obama

Gli Stati Uniti sono diventati più razzisti, ma la sinistra continua a dare a colpa a Trump

Comment: Paolo Guzzanti

L’America è di nuovo divisa in due: da una parte i nemici di Donald Trump attaccano il presidente secondo loro colpevole di aver messo equiparato – con l’accusa di «bigotry and hatred», fanatismo e odio – entrambi gli schieramenti che si sono scontrati a Charlottesville in Virginia con un bilancio di tre morti, venti feriti, arresti e proclamazione dello stato d’emergenza da arte del governatore.

Dall’altra, ovviamente, i sostenitori del Presidente che mostrano le foto degli oggetti usati come armi da tutte e due le parti. All’origine degli incidenti, una manifestazione di «suprematisti» bianchi sedicenti eredi del Sudisti confederati ai tempi della guerra di secessione, che manifestano odio per neri, ebrei e latini. L’occasione per scendere in piazza è stata la protesta contro la rimozione della statua del generale Robert E. Lee, comandante delle truppe confederate durante la guerra civile americana, sconfitto nel 1863 ma considerato da tutti un eroe americano. I «suprematisti bianchi» che scandiscono slogan nazisti sono gli ultimi scampoli dell’odio sudista contro chi non è di discendenza inglese, ma ormai si ispirano all’ideologia hitleriana. Non si può certo attribuire ad alcun presidente di essere complice delle imprese di questa gente dai capelli lunghi, le barbe fluenti con scudi ed elmetti che venerano la bandiera di Dixieland. Ma è proprio quel che è successo: Trump è da due giorni sotto schiaffo perché la stampa «liberal» lo accusa di non aver condannato soltanto i razzisti, ma anche coloro che sono scesi in strada per arrivare allo scontro fisico con loro, come si vede nei numerosi filmati on line. L’uomo che ha falciato la folla con la macchina si chiama James Alex Field, è stato arrestato ed ha solo vent’anni. Fra gli accusatori di Trump anche l’italo-americano Anthony Scaramucci, già responsabile della comunicazione per la Casa Bianca, licenziato pochi giorni dopo la sua assunzione. Scaramucci si vendica dichiarando che la Casa Bianca è piena di incompetenti e che il Presidente viene spinto a fare gaffe da dilettante. Ma a Trump quel che viene rimproverato non è una gaffe, ma un delitto ideologico: non essersi limitato a condannare l’estrema destra, ma anche coloro che sono scesi in strada per usare la forza innescando una spirale di violenza che ha portato al bilancio che abbiamo detto: tre morti e oltre venti feriti. E’ la seconda volta in pochi giorni che Trump viene aggredito per le sue parole a commento di fatti i. Quando il Presidente ha reagito al lancio dei missili nord-coreani, progettati e lanciati col dichiarato proposito di colpire l’America a Guam, alle Hawaii o in Alaska minacciando il regime di Pyonyang di scatenare sulla Corea del Nord «fuoco e furia come mai il mondo ha visto finora», i suoi nemici lo hanno messo sullo stesso piano del dittatore nordcoreano confondendo veri missili e nude parole. Trump sta facendo anche i conti con il peggioramento della questione razziale dopo otto anni di Barak Obama: le comunità nere delle aree come Chicago sono devastate dagli scontri a fuoco delle bande di adolescenti La conseguenza di queste violenze è che le forze di polizia adottano codici sempre più brutali, col risultato di un continuo aumento dei morti fra neri e agenti di polizia. Trump, durante la campagna elettorale, aveva detto: «Non sono un particolare fan degli afroamericani come la Clinton, ma questi cittadini sotto la mia presidenza avranno tutto da guadagnare perché fermerò le stragi, riempirò le scuole, imporrò l’ordine». A metà estate il numero dei morti per questioni razziali è per ora diminuito, anche se la soluzione è lontana. Resta lo storico problema o dei «suprematisti» nazisti, ma la pretesa degli avversari di Trump di far passare il presidente come loro complice è disgustosamente ipocrita.

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