Bannon the Extremist Splits the Republican Party

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L’estremista Bannon divide i repubblicani

In Alabama l’elettorato conservatore ha bocciato il candidato repubblicano appoggiato anche dal presidente Trump. Gli ha preferito un personaggio pareva ineleggibile: il razzista e omofobo Roy Moore

Nel remoto Sud degli Stati Uniti, nelle primarie per un’elezione suppletiva in Alabama — lontano dagli occhi e dagli interessi di un italiano — è successa una cosa importante e grave che può portare a un ulteriore imbarbarimento della vita politica americana. Con ripercussioni anche oltre Atlantico, visto il peso della democrazia Usa. L’elettorato conservatore ha bocciato il candidato repubblicano appoggiato anche dal presidente Trump. Gli ha preferito un personaggio che agli analisti pareva ineleggibile: il razzista e omofobo Roy Moore, un magistrato che ha spinto il suo integralismo religioso fino a sostenere che l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 è il risultato dell’allontanamento dell’America da Dio e considerare le indicazioni della Bibbia prevalenti sugli ordini dei tribunali.Più volte rimosso dalla Corte Suprema dell’Alabama per il suo rifiuto di applicare le sentenze dei tribunali federali sulla libertà sessuale e i matrimoni gay, fino a respingere anche le decisioni della Corte Suprema Usa, Moore ha sconfitto a sorpresa il candidato del partito e di Trump anche grazie al frenetico attivismo di Steve Bannon che, lasciato il ruolo di ideologo della Casa Bianca, ora va in giro a cercare candidati ultrà da opporre nelle elezioni di mid term del 2018 ai parlamentari repubblicani.

Così il voto suppletivo del 12 dicembre, quando l’elettorato arciconservatore dell’Alabama sceglierà tra Moore e il democratico Doug Jones, diventa la rampa di lancio di una guerra civile nella destra con l’incendiario Bannon deciso a sostituire ovunque possibile i repubblicani moderati e comunque aperti al dialogo politico interno e al libero scambio economico, con candidati radicali, inflessibili nel loro integralismo e nazionalismo. Sotto gli occhi di un Trump contrariato ma anche tentato di tenere il piede in due scarpe, Bannon ha cominciato lanciando la sfida ai senatori repubblicani uscenti di Arizona, Mississippi e Nevada. Ecco i primi risultati: il senatore moderato del Tennessee Bob Corker ha deciso di non ricandidarsi: lascia la politica. Altri guai in vista per un partito repubblicano sempre più ingovernabile. Ma i democratici hanno poco da stare allegri: pensavano che Trump li avrebbe favoriti scardinando il partito rivale, ma stanno pagando cara la sua elezione. Credevano che con lui si fosse toccato il fondo dello spostamento dell’asse politica verso l’integralismo e il populismo. Ora, con Moore, scoprono che non è così.

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