The New Risks Facing the US Economy

<--

I nuovi rischi per l’economia Usa

Trump, deciso ad arrestare la corsa di Pechino verso il primato economico planetario, forse sarà soddisfatto. Salvo che rischia di pagare questo risultato con uno sboom anche degli Usa, dopo essersi attribuito il merito di un aumento di valori di Borsa ormai svanito

Massimo Gaggi

La battaglia con l’Europa sul deficit pubblico italiano avviene sullo sfondo di un orizzonte finanziario internazionale che si è improvvisamente rannuvolato soprattutto come conseguenza della resa dei conti dell’ultima bolla tecnologica: quella che aveva portato la Apple a valere, prima società della storia, più di mille miliardi di dollari.E mille miliardi di dollari di capitalizzazione (più o meno quanto la somma del Pil di Austria, Polonia e Ungheria) sono stati persi in poche settimane dai cinque giganti tecnologici associati sotto la sigla Faang (cioè Facebook, Apple, Amazon, Netflix e Google). Ma l’allarme dei mercati non è di certo limitato alla possibile sopravvalutazione delle quotazioni delle società di Big tech. Certo, l’economia americana sta registrando una forte crescita anche nel 2018, ma alcuni segnali, come il calo del 4,4% degli ordini di beni durevoli nel mese di ottobre, fanno temere a molti che si stiano cominciando a sentire gli effetti negativi della guerra commerciale tra gli Stati Uniti e il resto del mondo, soprattutto quella con la Cina. La Borsa cinese, del resto, sta soffrendo anche più di Wall Street, visto che dall’inizio dell’anno ha perso il 27% del suo valore.

Trump, deciso ad arrestare la corsa di Pechino verso il primato economico planetario, forse sarà soddisfatto. Salvo che rischia di pagare questo risultato con uno sboom anche degli Usa, dopo essersi attribuito il merito di un aumento di valori di Borsa ormai svanito. In America altri segnali fanno temere un esaurimento del sostegno all’economia prodotto dagli sgravi fiscali concessi da Trump 11 mesi fa, mentre comincia a farsi sentire il peso del graduale aumento dei tassi deciso dalla Federal Reserve che torna a far crescere il costo del denaro, azzerato durante gli anni della crisi provocata dal crollo della Lehman. Qui la fragilità più rischiosa non è quella dei giganti della Silicon Valley, finanziariamente solidi: a rischio sono soprattutto gruppi industriali più tradizionali ma pesantemente indebitati, come General Electric, un cui declassamento da parte delle agenzie di rating potrebbe innescare una crisi seria nel mercato obbligazionario. Col rischio di reazioni a catena, visto che, dietro GE che ha perso il 76% del suo valore negli ultimi due anni, ci sono molti altri gruppi fortemente indebitati le cui obbligazioni potrebbero essere declassate a titoli-spazzatura.

About this publication