I russi interrompono la marcia verso Kutaisi. Ban ki-moon: «La violenza continua». Bossi: «Ok all’invio delle truppe se ce lo chiede l’Europa»
MOSCA
Il quadro sul terreno in Georgia resta molto confuso. Oggi nel Caucao arriverà il segretario di Stato americano Condoleza Rice che, dopo aver incontrato Nicolas Sarkozy, sottoporra alle parti un piano per la tregua.
Nel frattempo il governo georgiano ha comunicato che le truppe russe hanno interrotto la loro avanzata verso Kutaisi, la seconda città della repubblica caucasica: le truppe di Mosca si trovano nella città di Senaki, a circa 60 chilometri da Kutaisi.
Precedentemente lo stesso presidente georgiano Mikhail Saakashvili aveva informato che oltre cento carri armati russi e altri veicoli si stavano spostando dallovest della Georgia verso Kutaisi, la seconda città del paese. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha confermato che «nonostante laccordo trovato tra Russia e Georgia le violenze continuano e sono i civili a subirne le conseguenze». Il capo del Pentagono Robert Gates ha sostenuto che lazione militare russa in Georgia «mette in gioco lintera premessa delle relazioni con gli Stati Uniti», e che «limpatto sarà profondo per anni».
In Italia intanto sale il dibattito sulleventualità di un invio di truppe. LItalia lo può fare «se le chiede lEuropa» sostiene Umberto Bossi, leader della Lega Nord in contrapposizione al ministro leghista per la Semplificazione Roberto Calderoli, che ieri aveva detto: «LOssezia non è lIraq. Non serve inviare le nostre truppe, bastano gli osservatori dellOnu». E il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, afferma che «è giusto che lItalia partecipi a uneventuale missione di pace Ue in Georgia. È la mia posizione, naturalmente, e deciderà il governo».
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