McCain's Hits Are Not Going to Bruise Obama

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l’esito del duello non sembra in grado di rovesciare il vantaggio del candidato democratico

I colpi di McCain non vanno a segno

Il candidato repubblicano ha cercato di mettere in difesa Barack Obama ma non c’è mai stato il colpo del ko

HEMPSTEAD (New York) – Al round conclusivo, alla Hofstra University di Long Island, John McCain è andato all’attacco. A tratti con un tono arrabbiato, a tratti in modo lucido e sistematico, il candidato repubblicano ha cercato di mettere in difesa Barack Obama, puntando le sue frecce ora contro le sue ricette economiche, ora sul suo carattere, ora sui suoi rapporti con l’ex terrorista William Ayers. Ma l’ultimo dibattito presidenziale fra i due candidati alla Casa Bianca non ha visto il ko.

Obama ha parato tutti o quasi tutti i colpi, alcuni molto efficaci, portati a segno da McCain. Ma soprattutto non ha mai perso la calma, offrendo sotto questo aspetto un’immagine più presidenziale dell’avversario. I primi sondaggi, condotti a caldo dalla Cnn fra chi ha visto il dibattito in tv, danno ragione al senatore democratico: il 51% lo indica vincitore, contro il 31% che dice McCain. A tre settimane dalle elezioni, l’esito del duello non sembra in grado di rovesciare il trend di una campagna che vede Obama saldamente in testa. Sin dall’inizio, il duello è stato scintillante. A Obama che gli rilanciava l’accusa di essere una fotocopia di Bush, McCain ha risposto con una delle migliori battute della serata: “Io non sono il presidente Bush, se voleva candidarsi contro di lui, doveva farlo quattro anni fa”. Ma l’altro non si è fatto cogliere di sorpresa: “Se ogni tanto scambio le sue politiche per quelle di Bush, è perché sui temi che stanno a cuore al popolo americano, lei è stato un suo ardente sostenitore”.

Sullo sfondo della crisi dell’economia, che ha occupato buona parte dei novanta minuti, grande protagonista (in absentia) della serata, è stato uno sconosciuto idraulico dell’Ohio, Joe Wurzelbacher, che pochi giorni fa a Toledo aveva detto a Barack Obama di temere che le sue proposte fiscali finissero per danneggiare la sua piccola azienda. Il suo nome è stato citato per ben 24 volte. McCain ne ha fato il suo campione: “Perché senatore Obama vuole tassare i piccoli imprenditori come Joe e ridistribuire la ricchezza?”. “Non è vero – ha risposto Obama – io voglio ridurre le tasse al 95% delle famiglie che lavorano, all’idraulico, ma anche al pompiere, all’insegnante, al piccolo imprenditore”.

Quando il moderatore Bob Schieffer, ha sollevato il tema dei toni negativi della campagna, McCain per la prima volta ha tirato fuori i legami di Obama con Ayers. “Non mi interessa un vecchio terrorista ripulito, ma dobbiamo sapere tutto dei suoi rapporti con lui”. La risposta di Obama è stata molto efficace: «Ayers è un professore universitario di Chicago, che 40 anni fa, quando io ne avevao 8, commise atti detestabili. Dieci anni fa, io e lui siamo stati membri del board di un progetto educativo, sponsorizzato da un ex ambasciatore e grande amico di Ronald Reagan».

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