Obama’s Election Has Healed a Wound in Me that Went Back to Fascism

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Posta/ L’elezione di Obama ha sanato

in me una piaga che risaliva al Fascismo

Devo confessare la mia grande emozione durante la cerimonia di insediamento di Obama a presidente dell’Impero. Milioni hanno pianto: erano lacrime liberatorie dalle gravi ingiustizie patite dalla parte nera dell’umanità. Piangevano tra il vasto pubblico i neri, gli umiliati, gli offesi di tante etnie negli Usa.

Obama si troverà davanti compiti titanici, forse impossibili. Non so se lo lasceranno fare! Potrà fallire. Ma quella cerimonia mi ha coinvolto moltissimo. Avevo nel cuore una piaga che ancora oggi, dopo 70 anni, non si era mai rimarginata. Era il ricordo dell’apartheid, del disprezzo, delle angherie, delle sopraffazioni, dei quotidiani insulti a cui alcuni coloniali italiani e i fascisti in Eritrea (non i miei genitori), avevano tentato di “educare” noi fanciulli e ragazzi, contro quel popolo generoso e saggio di antichissima cultura copta.

Non ho mai dimenticato quando io, decenne, rincorsi per giuoco un piccolo bambino “nero” macilento e lacero che avevo visto inseguito da adulti, perché aveva osato tentare di giuocare con bambini “bianchi”. Quando arrivai il piccolo era a terra pestato dalla folla, tra essa emergeva un vile ultraquarantenne fascista cremonese in camicia nera (pluridecorato della Ia guerra mondiale), che lo colpiva con i tacchi degli stivali. Ne rimasi sconvolto per sempre e fuggii. Quella piaga è rimasta aperta.

Ho ricordato lo sdegno iroso e farneticante dei fedeli bianchi che cacciavano dalla soglia della cattedrale cattolica dei “bianchi”, una cattolica “nera” che si era avvicinata. Persino alle suore eritree era proibito entrare! Non ho dimenticato l’esistenza di un vescovo “bianco” per i bianchi ed uno “nero” per i neri. Tornai in Eritrea ventenne, cambiato dal vento del nord antifascista e partigiano.

L’elezione di Obama mi è stato un grande sollievo. Ringrazio gli americani che l’hanno votato; gli americani della rivoluzione del 1775 prodromo di quella francese, quelli della guerra di secessione del 1862 che ha abolito la schiavitù. Quelli che non si sono arresi sfidando la vile rabbia razzista di fazioni di “bianchi anglosassoni” incivili. Grazie compagni neri. Grazie migliaia di eroi che avete difeso la dignità e l’unità della specie umana: Grazie Martin Luther King, Malcom X, Mohamed Alì (Cassius Clay). Grazie ribelli neri. Grazie giovani bianchi che avete lottato per i “diritti civili” dei neri. Avete curato anche quella mia antica piaga.

Mario Ruffin

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