Geithner, the empty seats at Treasury, and Max Weber

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E’ diventato un “caso” in America e nel mondo, il fatto che il segretario al Tesoro Geithner non riesca a riempire le caselle vuote nell’organigramma del suo ministero. A Washington si attribuiscono i suoi errori sullo scandalo Aig (Obama ha dovuto tirargli le orecchie per intervenire sui bonus dei manager) al fatto che Geithner è senza aiutanti, alla guida di un ministero che affronta sfide immani in un clima di emergenza.

Le capitali straniere sono ancora più ingenerose. Gordon Brown mormora che in preparazione del G-20 di Londra non riesce ad avere un dialogo costruttivo con gli americani “perché al Tesoro di Washington non c’è nessuno che risponde al telefono”. Eppure non si può dire che Geithner non stia cercando di reclutare collaboratori. Certo gli stipendi che offre sono poca cosa rispetto al privato, ma in questo momento ci sono fior di giovani banchieri e top manager a spasso. E poi il guadagno modesto è compensato dall’orgoglio di partecipare a una missione storica, salvare l’America e il mondo da una depressione.

La penuria di dirigenti ha generato una spiegazione maliziosa: “Il Tesoro non attrae più, da quando i candidati hanno scoperto che nelle audizioni al Senato dovranno dimostrare di aver sempre pagato le tasse”. Deve rivoltarsi nella tomba Max Weber. Quello de “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo”.

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