Americans Work on The Computer in Bed

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A letto con il computer, così lavorano gli americani

Portatili e dispositivi mobili rivoluzionano le abitudini: ora ci si addormenta e ci si sveglia con il laptop a portata di mano

E.L.

Da luogo deputato al riposo e all’intimità, a ultima frontiera del lavoro senza orari: neppure il letto si salva dagli effetti della rivoluzione degli “always on”, il popolo dei “sempre connessi”, che ora si portano tra le lenzuola il computer e il lavoro.

Da quando portatili, palmari e altri dispositivi mobili sono entrati nella vita quotidiana, ben il 75% degli americani confessa di portare a letto con sè l’amato laptop, per lavorare fino all’istante prima di addormentarsi e assicurarsi che, al risveglio, il computer e il suo carico di documenti, e-mail e simili siano immediatamente a portata di mano.

Credant Technologies, azienda di Dallas che si occupa di gestione e protezione dati, ha condotto su un campione di 300 persone la ricerca che ha portato a galla l’esistenza e le abitudini dei “bed workers”: il 57% dichiara di lavorare a letto almeno 4-6 ore alla settimana, facendo spesso uso di reti wireless non protette. Ben il 54% delle connessioni non sono adeguatamente crittate: un dato tanto più allarmante se si pensa che il 44% dei dispositivi connessi a tali reti contiene documenti di lavoro importanti e riservati.

“Ora le gente è mobile e lavora ovunque: anche a letto”, riconosce il vice-presidente di Credant, Michael Callahan, “Tuttavia, se dati importanti e sensibili conservati nei computer o nei palmari vengono persi, le conseguenze possono essere negative e di ampia portata, sia per l’impiegato che per il suo datore di lavoro”.

La sicurezza è un problema pressochè ignorato anche da chi trasforma lavoro e tecnologia in vere e proprie ossessioni, come quel 4% che ammette tranquillamente che controllare le e-mail e dare un’ultima occhiata al lavoro sono gli ultimi gesti compiuti abitualmente prima di andare a dormire.

Anche le ricadute sulla vita di relazione non sono piacevoli: generalmente chi si trova a subire la presenza del computer a letto trova l’abitudine del proprio compagno o compagna “molto fastidiosa”. I più sfortunati sono coloro che si accompagnano a quell’8% che confessa di trascorrere più tempo davanti ai propri gadget mobili che insieme alla famiglia. Una piccola consolazione sta nel bacio della buona notte: il 96% dichiara di ricordarsi di salutare il partner, quando finalmente il “terzo incomodo” viene spento.

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