Il presidente è nato e cresciuto nello isole del Pacifico
Hawai, grazie a Obama gli indigeni tornano a sostenere i loro diritti
Potranno avere un proprio governo e possedimenti ma c’è già chi si prepara a una guerra giudiziaria
WASHINGTON – Grazie a Obama, che è nato e cresciuto nel loro stato, gli indigeni delle Hawai otterranno quest’anno la loro rivincita, come l’hanno ottenuta gli indiani di America. Potranno cioè avere un proprio governo, con una certa autonomia, al pari dei pellerossa, e i propri fondi e possedimenti, un tempo appartenenti alla monarchia delle grandi isole del Pacifico. Lo dichiara Neil Abercombe, il deputato delle Hawai alla Camera a Washington. Gli scorsi anni, spiega Abercombe, la Camera approvò due volte una legge in merito, ma il Senato la respinse. Per riguardo a Obama, tuttavia, questa volta anche il Senato è disposto ad approvarla: Obama è dalla parte degli aborigeni polinesiani al contrario del predecessore Bush. Sarà una doppia festa perché le Hawai divennero uno stato americano esattamente 50 anni fa.
LA CAUSA DEGLI INDIGENI – In America, gli anni scorsi risarcimenti e territori furono assegnati a molte delle 562 nazioni o tribù indiane vittime della colonizzazione. Alle Hawai, un paradiso turistico, non è mai stato possibile a causa degli enormi interessi economici in gioco. Ma nel 2005, Daniel Akaka, un senatore di estrazione indigena, presentò il progetto legge su cui il Senato voterà nei prossimi mesi. Da allora, dice Abercombe, questa causa ha trovato sempre più sostenitori. Il più potente è proprio Obama, che studiò alle Hawai, e vi è spesso ritornato in vacanza, l’ultima volta prima dell’ ingresso alla Casa Bianca, con la first lady Michelle e le figlie Malia e Shasha. I discendenti degli aborigeni polinesiani sono oltre 400 mila, di cui due terzi vivono nelle isole.
POTERI LIMITATI – Il loro governo avrà poteri limitati dovrà trattare con le autorità statali e con Washington. Ma Akaka non dubita che i veri hawaiani riceveranno lo stesso trattamento degli indiani d’America, saranno parzialmente automi, indennizzati e in possesso di terre loro sottratte. Terre preziose, grazie al continuo boom edilizio e turistico. Come accadde con i pellerossa che tornarono alle loro tribù, sostiene, molti indigeni o “natives” oggi sul continente americano rientreranno nella isola, dove la loro cultura è sempre stata protetta. Le Hawai, scoperte nel secolo XVIII dal capitano Cook, il grande navigatore inglese, furono annesse agli Stati uniti oltre un secolo fa, con la detronizzazione della loro ultima regina, e poi qualificate come territori, al pari dell’Oklahoma e di altri futuri stati americani. I grandi interessi economici si preparano a una guerra giudiziaria contro gli indigeni sui cui fondi e possedimenti cercano di mettere le mani. Sostengono che il reso della popolazione, in gran parte bianca, non può essere discriminata sulla base della razza.
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