Berlusconi Agrees to Take Three from Guantanamo

Edited by Robin Silberman

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WASHINGTON – «Spero di aver con Obama la stessa amicizia che ho avuto con Bush e con Clinton». Per Silvio Berlusconiè stata la prima volta. Non alla Casa Bianca. Ma con il nuovo presidente americano. Ieri dunque c’ è stato l’ incontro tanto atteso dal Cavaliere. Obama l’ ha ricevuto nel pomeriggio per poco più di un’ ora. Niente pranzo di lavoro, solo un caffè. Nello studio ovale i due hanno discusso alcuni dei più attuali temi di politica internazionale. Il G8 dell’ Aquila e la situazione in Afghanistan, l’ Iran e i detenuti di Guantanamo. Alla richiesta del presidente americano di accogliere tre ex detenuti di Guantanamo, Berlusconi ha detto sì. E Obama ha definito l’ Italia alleato cruciale in Afghanistan. I due hanno iniziato a conoscersi. E per allentare la tensione il Cavaliere si è presentato con qualche dono tra cui un bel pacchetto di cravatte Marinella. Del resto, al di là dell’ agenda ufficiale, il premier italiano ha in primo luogo fatto di tutto per confermare l’ amicizia con Washington. Dal suo arrivo a Washington si è chiuso nella sua stanza all’ hotel St. Regis per studiare i dossier. Se fino a sei mesi l’ intesa con l’ Amministrazione statunitense era quasi naturale, adesso è tutta verificare e costruire. Non a caso, poco prima di varcare la soglia della Casa Bianca agli uomini del suo staff e a quelli che lo hanno accompagnato nel bilaterale, ha ripetuto che l’ Italia non fa differenza tra un presidente repubblicano ed uno democratico. Un modo, insomma, per sgombrare il campo da possibili incomprensioni. «Io sono qui per ascoltare – è stato il suo ragionamento – ed eventualmente per dare consigli visto che sono il leader del G8 più esperto». L’ inquilino della Casa Bianca e il presidente del Consiglio, quindi, hanno iniziato ieri a conoscersi. Al colloquio erano presenti per la parte americana anche il segretario di Stato Hillary Clinton, il consigliere per la sicurezza nazionale James Jones, e il capo dello staff «obamiano» Rahm Emanuel; per la parte italiana l’ ambasciatore Castellaneta, il segretario ge nerale della Farnesina Massolo, il consiglier diplomatico Archi e il portavoce Bonaiuti. Berlusconi ha concentrato l’ attenzione sul prossimo G8. «Per noi – ha spiegato il capo del governo – è fondamentale che il summit abruzzese sia efficiente». Un eventuale insuccesso, infatti, rappresenterebbe una ulteriore batosta sotto il profilo della reputazione internazionale. Così, al presidente americano ha esposto i suoi obiettivi ma ha anche chiesto se ci fossero da parte statunitense delle richieste particolari. Sapendo che difficilmente a luglio si potrà definire davvero il cosiddetto «Global legal standard», le norme internazionali per i mercati finanziari. «Quello – spiegava nei giorni scorsi Giulio Tremonti – è un lavoro ancora lungo». In realtà alla Casa Bianca erano interessati soprattutto agli aspetti «concreti» dell’ incontro. Obama ha cercato di capire in cosa l’ Italia può essere d’ aiuto. A partire dai detenuti di Guantanamo. Roma ha dato la sua disponibilità ad accettare dei «trasferimenti». Dovrebbe presto prendersi in carico tre prigionieri tunisini. Poi c’ è il capitolo Afghanistan. Da tempo Palazzo Chigi ha confermato l’ intenzione di ampliare il suo contingente a Kabul. Il numero dei soldati italiani dovrebbe crescere da un minimo di 300 a un massimo di 500 con una corrispondente riduzione delle presenze in Kosovo. Un impegno maggiore che dovrebbe andare oltre le operazioni elettorali nel paese asiatico previste a dicembre. Dovrebbero crescere di due unità anche gli aerei Tornado. Le due delegazioni poi si sono soffermate sulle ultime vicende iraniane. La preoccupazione americana è salita e lo stesso Berlusconi – nonostante i tanti investimenti italiani nell’ area – non ha mai nascosto il suo giudizio su Ahmadinejad. A Parigi, nel settembre scorso, lo ha addirittura paragonato a Hitler. Nell’ area mediorientale, però, il presidente del consiglio è sicuro che l’ Italia possa svolgere un ruolo. Ha ricordato a Obama che la prossima settimana incontrerà il premier israeliano Netanyahu.

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