New York’s “Zero Tolerance” Success Story is a Farce

<--

NEW YORK – La Grande Mela città sempre più sicura, grazie alla “tolleranza zero” delle forze dell’ordine. Su questa fama New York campa da molti anni, con l’immagine di una città che ha sconfitto la criminalità. Un’ottima reputazione utile anche ad attirare i turisti, importante fonte di entrate per la città. Ma ora sorge il dubbio che almeno in parte si tratti di un inganno, il frutto della sistematica manipolazione delle statistiche.

Lo scandalo scoppia per la denuncia di oltre cento ufficiali di polizia in pensione. Sono alti funzionari del New York Police Department (Nypd), con gradi che vanno dal capitano in su, tutti concordi nel rivelare di avere subìto pressioni per “cucinare” la raccolta di dati sui reati commessi in città. Le pressioni venivano dall’alto: spesso dal gabinetto del sindaco, sia sotto l’amministrazione di Rudolph Giuliani sia sotto l’attuale primo cittadino Michael Bloomberg. Sindaci che poi esibivano il costante calo della criminalità newyorchese come un fiore all’occhiello, il principale successo delle loro politiche di “legge e ordine”.

Se crolla questa leggenda, le implicazioni vanno ben oltre Manhattan. Il mito di New York liberata dai criminali ha avuto un effetto potente in tutti gli Stati Uniti e perfino nel resto del mondo. Tante altre città americane, ma anche dei sindaci leghisti nell’Italia del Nordest, hanno cercato di emulare la “dottrina Giuliani” poi ripresa da Bloomberg. I cui capisaldi sono due. La tolleranza zero, consiste nel perseguire con pene severe anche i reati più lievi, per imporre su tutto il territorio urbano il senso della legalità. Un corollario è la celebre regola sulle “finestre rotte”: se in un quartiere popolare qualche gang di giovani delinquenti si diverte a spaccare le finestre, i vetri rotti vanno sostituiti subito, perché anche la manutenzione dà alla cittadinanza un segnale di controllo del territorio da parte dello Stato. Precetti interessanti. E che probabilmente hanno dato qualche risultato.

Gli abitanti di New York (e non solo Manhattan ma anche Brooklyn, Queens, perfino il Bronkx) hanno davvero l’impressione di vivere in una città più sicura rispetto a trent’anni fa. Gli omicidi sono calati sul serio, su questo non si discute. Ma quanto questa sicurezza è anche il frutto di una “percezione”, abilmente generata dal massaggio somministrato alle statistiche?

Sotto accusa è un programma chiamato CompStat: un sistema di raccolta informatica delle informazioni sulle denunce per reati, inaugurato proprio dal sindaco Giuliani. Con i crimini suddivisi in sette grandi categorie, i dati elaborati da CompStat venivano poi forniti all’Fbi, l’agenzia federale di polizia. La quale ha tra i suoi compiti anche quello di elaborare statistiche nazionali sull’andamento della criminalità negli Stati Uniti. E nei confronti con le altre città, la “stella” di New York brilla dai tempi di Giuliani. Ma gli oltre cento alti ufficiali in pensione che hanno accettato di svuotare il sacco, raccontano una storia ben diversa. I metodi usati per dipingere una realtà più rosea erano astuti.

Quando una volante accorreva rispondendo alla chiamata di un cittadino, spesso gli agenti in pattuglia avevano istruzioni di convincere la vittima del reato a non sporgere denuncia. Oppure guidavano la deposizione della vittima in molto da “declassare” il reato in una categoria meno grave. Il più divertente era un sistema usato nei commissariati per ridimensionare le cifre su furti e rapine. Alcuni agenti andavano sul sito di Ebay – il più grande “mercato online” di prodotti usati – per cercare a fronte di tutti gli oggetti rubati a New York dei prezzi molto più bassi di quelli denunciati dalle vittime dei furti. Il valore della merce rubata veniva corretto al ribasso, usando le offerte più scontate su Ebay.

Che le statistiche sulla criminalità newyorchese fossero un po’ sospette, era già nell’aria da tempo. I sindacati di polizia, per esempio, da anni sollevano dei dubbi sul continuo calo della criminalità esibito nei rapporti ufficiali. Evidentemente la frequenza delle chiamate alle volanti e il carico di lavoro dei poliziotti per le strade non sembra confermare il mito di una New York “liberata” dai delinquenti. Ma le voci critiche erano rimaste ai margini. Nel frattempo il mito del metodo-Giuliani aveva spinto molte città americane ad acquistare l’intero sistema CompStat brevettato dal Comune di New York. Ieri le rivelazioni dei cento ufficiali in pensione erano in prima pagina del New York Times. Le indagini giudiziarie e le polemiche politiche non tarderanno. In attesa di sapere tutta la verità, si consiglia qualche prudenza a tutti quei sindaci del mondo che hanno creduto di fare miracoli con la “tolleranza zero”. La prima regola, valida sotto ogni latitudine, e’ non vendere fumo.

About this publication