Ready for the Final Showdown

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NEW YORK – L’ Amministrazione Obama e il partito democratico hanno deciso di andare allo scontro finale con l’ opposizione repubblicana, pur di varare in tempi rapidi le nuove regole dei mercati finanziari. Mentre uno scandalo di insider trading lambisce la Goldman Sachse indebolisce le lobby bancarie, nell’ arena politica i democratici sono convinti che su questa riforma possono mettere in difficoltà la destra. «Avremo i 60 voti della maggioranza qualificata al Senato – lancia il capogruppo democratico Harry Reid – sfido i repubblicani in cerca di rielezione a schierarsi con Wall Street e contro il risparmiatore»”. Gli fa eco il presidente della commissione Finanze della Camera, il democratico Barney Frank: «Il presidente Obama avrà sulla sua scrivania la legge pronta da firmare entro fine maggio». Lo stesso Barack Obama, che sulla sanità aveva esplorato fino all’ ultimo la possibilità di un’ intesa bipartisan, stavolta sembra propenso ad affrontare l’ opposizione. «La ricerca di un ampio consenso – dice il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs – non può significare che siamo aperti alle lobby, ai favoritismi e agli interessi dei poteri forti della finanza». La riforma dei mercati nel progetto di legge democratico ha diversi contenuti, dai limiti all’ operatività delle banche sui derivati, alla creazione di un’ agenzia speciale per la protezione del consumatore dei servizi finanziari. Ma l’ aspetto su cui i repubblicani hanno imperniato la loro resistenza è un altro: è la creazione di un fondo speciale da 50 miliardi di dollari, che il Tesoro potrebbe usare per mettere in amministrazione controllata e in liquidazione delle banche in crisi prima che esse diventino un “rischio sistemico”. Il capogruppo repubblicano al Senato, Mitch McConnell, denuncia «la generalizzazione dei salvataggi bancari a spese del contribuente». La destra vuole presentarsi come la paladina della middle class preoccupata per l’ esplosione del deficit pubblico. In questo caso però l’ accusa non regge alla prova dei fatti. Il fondo da 50 miliardi previsto nel disegno democratico sarebbe finanziato dalle banche stesse, con una tassa. Incalzato su questo punto, il repubblicano McConnell ha sempre evitato di spiegare perché la lobby bancaria di Wall Street sia tanto ostile alla riforma, se davvero è un “regalo” a carico del contribuente. Per questo Obama sembra sicuro di poter mettere l’ opposizione nell’ angolo. Gli strateghi del partito di maggioranza stimano che diversi senatori repubblicani la cui rielezione è in bilico a novembre – incluso l’ ex candidato presidenziale John McCain – eviteranno di schierarsi a favore di Wall Street, perché correrebbero troppi rischi. Tanto più adesso che un nuovo scandalo minaccia di scuotere ulteriormente l’ immagine di un colosso della finanza. La Goldman Sachs si ritrova coinvolta nell’ indagine sull’ insider trading che ha al centro lo hedge fund Galleon di Raj Rajaratnam. Il procuratore federale di Manhattan e la Securities and Exchange Commission (l’ organo di vigilanza sulla Borsa) conducono inchieste parallele su numerose operazioni speculative fatte dal fondo Galleon grazie all’ uso di informazioni riservate. In alcuni casi è finito sotto il mirino degli inquirenti Rajat Gupta, un membro del consiglio d’ amministrazione di Goldman Sachs che è sospettato di avere fornito in anticipo notizie esclusive sulla stessa Goldman a Rajaratnam. La vicenda è complicata dai potenziali conflitti d’ interessi: Goldman era una delle banche fiduciarie che effettuavano transazioni in Borsa per conto di Galleon, e Gupta aveva avuto relazioni d’ affari col capo dello hedge fund incriminato. © RIPRODUZIONE RISERVATA – DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FEDERICO RAMPINI

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