Leaving Las Vegas

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Era l’immagine dell’America più pop e spendacciona. Ma ora la città nel deserto del Nevada è il simbolo della crisi. Il 15% degli abitanti è senza lavoro, crescono le case abbandonate, i cantieri dei grandi alberghi restano a metà. E diminuisce il gioco d’azzardo(27 ottobre 2010)Un homeless a Las VegasI magazine americani sono pieni di pubblicità turistica che invita a visitare Las Vegas. La più patinata, quella che compare nei giornali delle grandi città Usa, recita: ‘So, you are not a Vegas person?’ (Davvero non sei adatto a Las Vegas?) mostrando che, contrariamente all’immagine più nota della città, legata a spogliarelliste, slot machines e matrimoni lampo, nella capitale del Nevada anche il viaggiatore raffinato può trovare ciò che cerca, ovvero gallerie d’arte, ristoranti d’alto livello, centri benessere.

Ma al di là dell’immagine che contrabbanda, per Las Vegas sono tempi duri. Il più popolare blog d’informazione Usa, l’Huffington Post, da tempo impegnato in una campagna per raccontare come davvero l’America vive la recessione economica, ora titola senza infigimenti ‘Vegas Stripped’, ovvero ‘Las Vegas è nuda’. Come le sue spogliarelliste, e senza lustrini.

Con un’economia legata alla spesa turististica e alla crescita immobiliare, la città nel deserto del Nevada ha risentito particolarmente della crisi. Secondo i dati rilasciati mensilmente dall’agenzia di stampa Associated Press, l’area è una delle più economicamente depresse del paese. Il 15% dei 145 mila è senza lavoro.

All’inizio di ottobre, il ‘New York Times’ ha dedicato una lunga inchiesta all’argomento, in cui si afferma che Las Vegas attraversa il peggior momento economico da quando, negli anni Quaranta, sorsero nel deserto i primi grattacieli.

Da quarantaquattro mesi consecutivi il Nevada guida la classifica nazionale delle ‘foreclosures’, ovvero delle case i cui proprietari non possono più pagare i mutui e che quindi vengono riprese in carico dalle banche e rimesse sul mercato a prezzi stracciati.

Uno dei capisaldi cittadini, The Plaza Hotel and Casino, ha annunciato che licenzierà 400 dipendenti e chiuderà per ‘rinnovo’. E anche il gioco d’azzardo soffre: i proventi delle attività dei casinò sono scesi del 5% negli ultimi mesi. Come ha spiegato al ‘New York Times’ il sindaco Oscar B. Goodman “la gente non spende più per giocare come un tempo. Di solito Las Vegas era l’ultima città a entrare in recessione e la prima a venirne fuori, ma questa volta non sta succedendo”.

I tempi non sono rosei per Sin City, e non basterà puntare sul numero giusto alla roulette per risollevare le sue sorti.

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