America Archives 2010 in Growth (but without Jobs) and Looks to 2011 with Optimism

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L’America archivia un 2010 in crescita (ma senza lavoro) e guarda al 2011 con ottimismo

«L’economia degli Stati Uniti continua a migliorare e i consumi vanno bene». Il Beige Book diffuso a inizio dicembre dalla Federal Reserve ha profuso ottimismo a piene mani. L’attività manifatturiera ha «continuato a espandersi in quasi tutti i distretti», i consumi continuano a tenere un ritmo «positivo», sebbene le spese si concentrino soprattutto sui beni più necessari. Il Beige Book è arrivato assieme al rapporto sul mercato del lavoro che a novembre ha mostrato un aumento di 93mila posti di lavoro nel settore privato e ai dati sulle vendite record (superiori al miliardo di dollari) durante il Cyber Monday (il primo lunedì successivo al Black Friday ed il giorno in cui tradizionalmente inizia lo shopping on line natalizio, dopo il Thanksgiving Day).

OAS_RICH(‘VideoBox_180x150’);Ulteriore ottimismo è arrivato anche dalle ultime misure fiscali decise dall’amministrazione Obama – tagli per 858 miliardi di dollari im 10 anni – prese in accordo con l’opposizione repubblicana. A supportare l’ottimismo degli analisti (nonostante il persistente alto livello della disoccupazione) c’è anche il continuo miglioramento della fiducia dei consumatori, l’aumento degli utili delle grandi aziende e il buon andamento di Wall Street, che questa settimana ha visto il Dow Jones toccare i massimi degli ultimi due anni e mezzo.

Recessione ormai definitivamente archiviata

La recessione – finita ufficialmente nel giugno del 2009 – sembra dunque sempre più lontana, come dimostra anche l’andamento del Pil, che ha chiuso il terzo trimestre in crescita del 2,6%, in rialzo di quasi un punto percentuale rispetto alla seconda frazione dell’anno anche se in deciso rallentamento rispetto al 3,7% messo a segno nei primi tre mesi del 2010. Secondo Nariman Behravesh, capo economista di IHS GLobal Insight, il quarto trimestre si chiuderà con un aumento di oltre il 3% grazie anche al miglioramento del sentiment di imprese e consumatori.

Economisti e policy makers rivedono al rialzo le stime

La convinzione di una decisa accelerazione della crescita degli Stati Uniti nel 2011 è sempre più diffusa fra economisti e policy makers che – come riporta oggi anche il New York Times – continuano a rivedere al rialzo le loro previsioni sulle prospettive della congiuntura a stelle e strisce (Goldman Sachs ha per esempio rivisto le stime di crescita dal 2 al 2,7%). Ottimismo condiviso anche dalle grandi banche che – come scrive oggi il Wall Street Journal – dopo un 2010 modesto, (caratterizzato da un aumento del 18% delle operazioni di fusioni e acquisizioni: 2,76 trilioni di dollari contro i 4,6 trilioni riportati nel 2007) vedono per l’M&A un 2011 in grande ripresa.

Obama: superato l’apice della crisi ora agire sui conti pubblici

Convinto che l’economia americana abbia superato l’apice della crisi si è detto nei giorni scorsi anche il presidente Obama secondo cui gli Stati Uniti «devono ora instradare i propri conti pubblici su una traiettoria sostenibile» riducendo deficit e debito e creando «incentivi che possano dar vita ad un maggior numero di innovatori come Steve Jobs» per aumentare il livello di competitività degli States.

La prova del nove nei dati in arrivo nelle prossime settimane

I dati in arrivo nelle prossime settimane dovrebbero confermare l’accelerazione della crescita sul finire dell’anno, con indicazioni positive per il primo trimestre 2011. Le indagini Ism e il Chicago Pmi dovrebbero continuare a registrare miglioramenti (anche se su livelli meno elevati di quelli segnati a novembre), mentre l’employment report dovrebbe mostrare un’accelerazione dell’aumento di occupati e un calo del tasso di disoccupazione. Miglioramenti sono previsti anche per le vendite di auto, la fiducia dei consumatori e la spesa nel settore delle costruzioni. La prova del nove sulle prospettive della congiuntura Usa arriverà venerdì 7 gennaio con la pubblicazione del rapporto sul mercato del lavoro che a dicembre dovrebbe aver registrato un aumento degli occupati nel settore non agricolo di ben 150 mila unità.

Il sostegno della Federal Reserve

Una cosa sembra comunque certa: il ritrovato slancio dell’economia americana potrà godere nel 2011 dell’appoggio della Fed e della sua politica di ampliamento del quantitative easing. L’Istituto guidato da Ben Bernanke ha fatto sapere che acquisterà altri 600 miliardi di bond del Tesoro americano a lunga scadenza entro la seconda metà dell’anno, circa 75 miliardi di dollari al mese. Entro lo stesso termine la Fed intende inoltre reinvestire in obbligazioni in maturazione, portando l’immissione totale di liquidità tra 850 e 900 miliardi di dollari. I tassi d’interesse restano nel frattempo ai minimi storici, con i Fed Funds compresi nel range tra lo 0 e lo 0,25%.

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