The Battle of the Handcuffs

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IL CASO di Dominique Strauss-Kahn suscita reazioni diversissime in Francia, negli Stati Uniti e in Italia, rivelando differenze culturali tra l’ America e l’ Europa di grande interesse sulle questioni di sesso e potere, giustizia e ingiustizia. Per i francesi e per molti italiani lo spettacolo impietoso di Strauss-Kahn, portato in tribunale in manette davanti ai giornalisti, sembra una forma di accanimento barbarico nei confronti di un uomo indifeso, trattato come un delinquente quando per la legge dovrebbe essere ancora innocente. E considerano il trattamento particolarmente severo come una specie di sfregio verso la Francia. Per gli americani ha un aspetto diverso. Un’ amica mi scrive il giorno dopo l’ arresto: «Amo molto il fatto che qui i diritti di una cameriera africana vengano presi sul serio». GLI europei devono capire meglio il contesto americano. StraussKahn non è stato oggetto di particolare accanimento. Il cosiddetto “perp walk,” (la passeggiata dell’ imputato in manette davanti ai giornalisti) è un rito crudele, barbarico ma democratico e bipartisan che subiscono imputati di tutte le categorie sociali, siano assassini, ladri o pezzi grossi di Wall Street. La giustificazione è semplice: una persona arrestata, per ragioni di sicurezza, dev’ essere portata in tribunale in manette e non c’ è nessun motivo di differenziare il ladro dal banchiere, facendo sconti al potente. Gli Stati Uniti hanno un rapporto ambivalente nei confronti del potere e del successo economico. Tollerano livelli di disuguaglianza economica pazzeschi. Ma, allo stesso tempo, convivono con una cultura democratica molto fortee se il ricco vìola la legge c’ è un particolare gusto (o schadenfreude) nel chiedergli di pagare l’ intero conto. Gli Stati Uniti – a differenza di molti paesi europei- credono che la punizione abbia un valore positivo in sé: sia come riscatto per la vittima sia come deterrente per gli altrie sia per soddisfare un senso di giustizia della collettività. Un presidente di una società, fallita nel 2001, è ancora in prigione per scontare una condanna di 24 anni. Quanto tempo avrebbe passato in galera in Italia? Gli Stati Uniti grazie al movimento femminista e allo spostamento massiccio di donne dentro il mondo del lavoro, prendono molto sul serio il problema del «sexual harrassment», delle molestie sessuali, soprattutto quando sono un abuso di potere. Certamente è presente un elemento di puritanesimo nella cultura americana: finoa poco tempo fa il semplice adulterio bastava per rovinare una carriera politica. Così fu nel caso Gary Hart, che ha dovuto ritirarsi dalla campagna elettorale quando è stata pubblicata una sua foto con la giovane modella Donna Rice in ginocchio. Così fu nel caso del presidente Bill Clintone la stagista Monica Lewinsky. Gli Stati Uniti, in un modo un po’ ingenuo, si aspettano che il comportamento dei politici sia superiore di quello di altri uomini, ignorando che invece c’ è un rapporto stretto tra sesso e potere. Henry Kissinger, uomo molto più potente che bello, disse che il potere è il più grande afrodisiaco per spiegare l’ inspiegabile fatto che lui riuscisse ad attrarre l’ attenzione di belle donne. Piace o non piace: le donne (e gli uomini) sono attratte dall’ uomo di potere. Ma gli Stati Uniti hanno imparato qualcosa dopo la vicenda Clinton-Lewinsky. L’ adulterio non basta per distruggere una carriera: il potente deve aver vìolato la legge o abusato del suo potere. Così, il governatore di New York Elliot Spitzer ha dovuto dimettersi per avere frequentato prostitute – un crimine che aveva denunciato nella sua carriera di magistrato. In Francia da tempo i potenti mostrano il loro potere soprattutto in materia di sesso. La discrezione e la protezione del privato hanno i loro pregi. Ma in molti casi, sono state utilizzate per dare impunità agli uomini di potere. La stampa francese ha taciuto la seconda famiglia di François Mitterrand, considerandolo come fatto puramente privato, ignorando un particolare di grande rilevanza pubblica: lo Stato francese ha aiutato a mantenere l’ amante di Mitterrand e sua figlia. Se il caso di Strauss-Kahan fosse accaduto in Francia è molto probabile che la vicenda sarebbe finita in modo molto diverso. «Non sarebbe mai venuto fuori», ha scritto l’ altro giorno Stephen Clarke, un francesista americano. Alla donna avrebbero chiesto: «Ma perché metti a rischio il tuo posto di lavoro e il tuo permesso di soggiorno? In fondo,è la tua parola contro la sua. E che pensi che crederanno, tu, una nessuna, o uno degli uomini più brillanti e famosi del Paese?». In Europa, (o almeno in Francia e in Italia) il rapporto tra sesso e potere viene spesso scambiato per una specie di droit de seigneur. Purtroppo il potere è un afrodisiaco anche per il potente che s’ illude di essere attraente per tutte le donne. Un atteggiamento alimentato dall’ impunità. A parte il caso Berlusconi-Ruby, pensiamo all’ indulgenza con cui è stato giudicato il deputato Udc, Cosimo Mele: porta in ospedale una prostituta che aveva fatto un’ overdose di cocaina nella sua stanza d’ albergo. Non solo non si dimette, ma si congratula con se stesso per non essere fuggito. C’ è forse qualcosa di arcaico e di patriarcale nel rapporto di Strauss-Kahn con le donne; ricordiamoci che per secoli e secoli per un aristocratico era considerato quasi un diritto prendere (anche con forza) le donne di servizio. E questo riflesso rimane in qualche modo nell’ inconscio dei potenti di oggi. In Europa, la molestia sessuale viene interpretata (a torto) come espressione naturale del desiderio e di gioia di vita. Invece, molto spesso, è una forma di prepotenza, il piacere del forte di sottomettere la persona più debole

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