U.S., If the Candidate Is Weak

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Usa, se il candidato è debole

Romney, Palin e Bachmann per il Gop.

Sono talmente tanti da sembrare nessuno. Questo, almeno per il momento, il panorama delle candidature dei repubblicani, pronti a sfidarsi alle prossime primarie in vista delle elezioni presidenziali del 2012. Nemmeno i più appassionati seguaci di politica, infatti, riescono a tenere il conto di tutti quelli che vengono indicati come i possibili sfidanti di Barack Obama, che dopo mesi di fibrillazioni da sondaggi rivive un periodo di grande consenso.

E non è solo Obama ad aver rispolverato numeri che sembrano (ma la campagna elettorale ancora deve iniziare) garantirgli una proroga nella permanenza alla Casa Bianca. Infatti i democratici, dopo grandi spaccature e ritiri da depressione post-midterm, sono tornati a sfoggiare un grande ottimismo dopo la vittoria a sorpresa nell’elezione suppletiva nello stato di New York. Lì la battaglia si è giocata in buona parte sul Medicare, il sistema di assistenza sanitaria per gli anziani, che i repubblicani vogliono tagliare e i democratici invece difendono con forza.

L’epilogo, per nulla scontato, ha confermato che in realtà i cittadini sono molto preoccupati di vedersi portare via i propri benefici, soprattutto quelli legati all’assistenza sanitaria. Persino la cosiddetta ‘Obama care’, la riforma sanitaria approvata dal Congresso lo scorso anno, inizialmente osteggiata dai più, nei sondaggi aggiornati convince la maggior parte degli americani.

QUALE CANDIDATO? Il panorama del Gop (Grand old party), fra l’altro, più che essere incerto è soprattutto debole.

Tanto che il quotidiano online Daily Beast ha realizzato una ricerca, intervistando un campione di 300 repubblicani doc, per provare a stilare il profilo del candidato ideale, colui che potrebbe avere reali chance, non solo di sconfiggere Barack Obama, ma anche di infiammare gli animi dei conservatori. A leggere i risultati, che sottolineano la voglia di candidati con solidi valori familiari, capacità di negoziazione, amore incondizionato per il paese, moraliltà cristallina e assoluta indipendenza dagli interessi personali, si comprende quanto sia difficile trovarli tutti raggruppati in un unico nome e quindi, bisognerebbe pensare piuttosto a un candidato stile Frankstein o, per dirla con il nostro Luigi Pirandello, che sia capace di essere uno, nessuno e centomila.

I papabili: Michele Bachmann, Sarah Palin e Mitt Romney

«Sarah Palin può battere Barack Obama alle prossime presidenziali», ha dichiarato John McCain a proposito del ritorno in scena dell’ex governatrice dell’Alaska, fra le meno quotate nei sondaggi di questi giorni. Non si sa se il senatore lo abbia detto per ricambiare il favore ricevuto in campagna elettorale quando la Palin si schierò al suo fianco (e non a quello del candidato Tea Party consentendogli di strappare la vittoria), o perché in fondo ancora ce l’ha con lei per essere stata, come affermano molti osservatori, la vera killer della sua corsa alla presidenza.

Fatto sta che il tour in bus della signora dell’Alaska, iniziato in occasione del Memorial day, ha lasciato tutti abbastanza indifferenti se non addirittura critici.

DONNE IN DIFFICOLTÁ. Al momento le quotazioni di Palin sono così compromesse che persino Michele Bachmann, uscita dalla scuderia dell’ex governatrice, ci tiene a precisare che se confermerà la sua partecipazione alle primarie, il suo contendente sarà Barack Obama e non Sarah Palin che «è un’amica», ha spiegato Bachmann, «non certo la mia rivale». La sicurezza ostentata dalla Bachmann, tuttavia, potrebbe essere più necessaria che reale, dal momento che sembra intenzionata ad anticipare la decisione sulla sua candidatura proprio per evitare di concedere troppo vantaggio alla Palin. In ogni caso le due potrebbero annullarsi a vicenda, a vantaggio della folta truppa di uomini con più o meno esperienza.

ROMNEY IL PIÚ QUOTATO. A voler seguire le indicazioni dei media americani, dunque, il candidato ideale al momento sembra essere, come da tempo dicono i sondaggi, Mitt Romney, ex governatore del Massachusetts, sconfitto alle primarie presidenziali del 2008 proprio da John McCain. Romney risponderebbe alla maggior parte di aspettative del popolo dell’elefante, anche grazie alla sua esperienza politica di lungo corso. A giocargli un tiro mancino, tuttavia, potrebbe essere ancora una volta la riforma sanitaria di Obama che Romney, in linea con i dettami del partito, attacca a tutto spiano chiedendone la cancellazione. Lo stesso Romney, però, è al centro delle critiche di molti suoi elettori perché, da governatore, fece approvare in Massachusets una riforma molto simile a quella varata da Obama. Al momento, insomma, reduce anche dagli effetti positivi della visita europea, Obama può far segnare qualche punto a suo vantaggio, mettendo temporaneamente a tacere tutti coloro che già gli avevano dato l’avviso di sfratto.

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