Ladies Battle to Revive GOP

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Eva contro Eva, il duello al sole repubblicano tra Sarah Palin e Michele – con una elle sola – Bachmann è troppo suggestivo, e non solo per i media americani.

Che un tempo annunciavano quasi come un distico le due stelle del Tea Party, Sarah e Michele, sempre insieme non a dividere, ma a moltiplicare l’impatto della base Gop, arrabbiata e politicamente scorretta.

Ora soltanto il loro scontro a distanza sulla strada della Casa Bianca può rianimare le speranze dei sette nani repubblicani, i candidati alla presidenziali del 2012, tra mormoni (Mitt Romney, Jon Huntsman), misconosciuti governatori (Tim Pawlenty) e imprenditori della pizza (Herman Cain).

Non perché la sfida al femminile tra Palin e Bachmann effettivamente accresca le ridotte chance della Right Nation contro Barack Obama, già entrato a pieni giri nella campagna elettorale. Ma perchè questa dualità farà accendere i riflettori sulla destra a stelle e strisce che sembrava quasi riassorbita e ricondotta nell’alveo dell’establishment repubblicano, dopo il risultato agrodolce del midterm.

Ad oggi, però, delle due l’unica candidata ufficiale è Bachmann, che si è lanciata in pista dalla natìa Waterloo, inanellando gaffes e sfondoni che non hanno certo nulla da invidiare a quelli memorabili della sua acerrima amica Palin.

Come, ad esempio, confondere il leggendario John Wayne con un suo omonimo, una gloria locale della cittadina dove è nata Michele; famoso, però, non come cowboy cinematografico, ma come criminale e pericolo pubblico.

Ma fa niente per Bachmann, consapevole che i voraci media americani vorrebbero soltanto una “lotta nel fango” tra lei e Sarah. Entrambe a ronzare in queste ore attorno all’Iowa, uno degli stati decisivi per le primarie: e non è un caso che, candidata o meno, l’ex-governatrice dell’Alaska ieri abbia presenziato proprio lì alla prima di un documentario agiografico su di lei, The Undefeated, addirittura.

Invitta o meno, Palin continua a correre su e giù con il suo pullman per gli States, seguita da torme di giornalisti attratti dalla sua aura da superstar pop. Un seguito che potrebbe spingerla a capitalizzare tanta fama con una candidatura alla Casa Bianca, ma che potrebbe altrettanto consigliarla di desistere, per tenersi stretti invece gli agi e i soldi da celebrity televisiva.

Uguali, così diverse: tribale Sarah, sempre circondata di famigli e parenti, laddove Michele si affida ai buoni uffici di un veterano dello spin repubblicano come Ed Rollins; pronta al duello Bachmann, che ha già incrociato le spade coi suoi avversari in un dibattito televisivo, mentre Palin preferisce fare la stella solitaria, con interviste one-on-one; relativamente sconosciuta la congresswoman che ancora non può vantare la notorietà – in positivo, ma anche in negativo – della ex-numero due di John McCain.

Quasi indistinguibili una volta, perfettamente rientranti nei canoni della “mama grizzlies” che scaldano il cuore dei tea partiers; più politica, forse, Bachmann, abile nella tessitura parlamentare che manca totalmente a Palin con la sua esibita impoliticità, giacca di pelle e Harley, reality show e giornali di gossip.

Ma, non fosse altro per la suggestione di una sfidante donna contro il primo presidente nero della storia degli Stati Uniti, si gioca tra queste due “american girls” – come suona la canzone elettorale di Bachmann, adottata dal democraticissimo Tom Petty, finirà a carte bollate? – l’ultima chiamata per i repubblicani nel 2012.

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