Romney and the (Few) Ways That Could Lead Him to the White House

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La simulazione che consentirebbe a Romney di vincere

Può vincere senza i voti dell’Ohio? E ancora, basta conquistare Nevada e Iowa e Colorado per fare a meno dell’Ohio? Ecco una simulazione di come potrebbe il repubblicano arrivare alla presidenza. Ma il cammino è tutt’altro che un’autostrada.

Davvero senza vincere in Ohio la strada verso la Casa Bianca per Mitt Romney è sbarrata? E ancora, quale potrebbe essere l’alternativa pr il candidato repubblicano? I dati innanzitutto prima di procedere a vagliare le ipotesi sul campo.

1) La buona performance del repubblicano nel primo dibattito tv a Denver gli ha garantito il plauso degli americani, un’accresciuta simpatia fra gli elettori, e certamente un maggiore supporto. I sondaggi hanno misurato questi umori e certificato che il suo ritardo da Obama – sia a livello nazionale, sia nei 9 Stati chiave, si è ridotto quando non azzerato o addirittura girato a suo favore. Eppure come scrive il «Washington Post» che pubblica un sondaggio molto dettagliato, Obama resta in testa (49 %a 46%) fra i probabili elettori e appena un elettore su otto sarebbe propenso a cambiare candidato in corsa. In Ohio, il ritardo di Romney resta attorno 5%

2) Due terzi degli americani hanno già votato. Gli exit poll condotti su questi elettori danno nettamente in vantaggio Obama, 59%

3) Il cambiamento demografico rispetto al 2008 (dati del censimento del 2011) fa sì che gli Stati “rossi” avranno più grandi elettori rispetto a quelli tradizionalmente Blu. Un esempio: il Texas passa da 34 a 38 voti elettorali, New York e Ohio (e rieccoci) ne perdono due a testa, rispettivamente scendono da 31 a 29 e da 20 a 18. Obama nel 2008 prese 365 voti elettorali, oggi ne avrebbe, vincendo gli stessi Stati, 358. McCain/Romney passerebbe da 173 a 180. Differenze minime ma che in caso di testa a testa potrebbero diventare importanti se non decisive.

Ecco quindi che gli strateghi di Romney hanno preparato una simulazione della mappa elettorale che prescinde dall’Ohio. Quanto poco credano che vincere senza conquistare il Buckeye State sia possibile, lo testimoniano i comizi e i rally che Ryan e Romney stanno tenendo in questi giorni nello Stato.

Per “sostituire” i 18 voti elettorali dell’Ohio, il repubblicano dovrebbe strappare a Obama l’Iowa (7), il Nevada (6) e il Colorado (9). Resta fondamentale (come tradizione dal 2000) la conquista dei 29 voti elettorali della Florida (diamo per quasi fatta la vittoria in North Carolina, 15 voti, e possibile, benché tutta da conquistare, quella in Virginia, 13) quella. A quanto arriverebbe Romney se facesse filotto strappando sei Stati chiave a Obama? Esattamente a 269. Parità. Per scardinare l’equilibrio, basterebbero i 4 voti del New Hampshire (i rivali sono di fatto in parità anche se una rilevazione Arg lo attribuisce al conservatore). Romney così potrebbe essere presidente senza l’Ohio, una prima volta assoluta per un repubblicano varcare lo Studio Ovale senza i grandi elettori del Buckeye State.

Ma quanto è realistico questo cammino? Sicuramente non impossibile ma difficile certamente. Essenzialmente per due motivi:

1) Nella simulazione si dà per acquisito il successo in alcune zone dove Romney è in crescita ma costantemente dietro seppur di un soffio a Obama. Come in Nevada, dove fra l’altro l’elettorato ispanico – fondamentale – è schierato per i due terzi con il presidente.

2) Lo scenario prevede un percorso netto, nessun intoppo o problema. E soprattutto non ha un piano B. Se si perde solo uno di questi Stati, anche “minuscolo”, lo stesso Nevada, o l’Iowa, tutto salta. E in diversi Stati chiave Romney non ha vantaggi rassicuranti che gli consentano di non fare campagna elettorale, di non investire tempo e risorse – soldi – da destinare ad altre sfide in bilico. Da oggi al 6 novembre deve impegnarsi su quasi tutti i fronti aperti. (Forse solo la North Carolina e l’Indiana sono “certi” di finire nella casella degli Stati rossi).

Insomma la prestazione in tv a Denver ha rinfrescato l’immagine di Romney ma non risolto i problemi sulla mappa elettorale. Certo se vincesse l’Ohio…Sarebbe tutt’altra cosa. Come insegna la storia.

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