What If Massacres Happened with a Knife?

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Usa, e se la strage

si fa col coltello?

di Stefano Magni

E se la strage (o tentata strage, in questo caso) avviene con un coltello? Che si fa? Un ragazzo di 16 anni, Alex Hribal, ha tentato di ammazzare 20 compagni di scuola e un guardiano, nella Franklin Regional High School di Murrysville, vicino a Pittsburgh, in Pennsylvania, Stati Uniti orientali. Ora è accusato per 21 fra aggressioni e tentati omicidi. E al processo sarà trattato come un adulto, come prevede l’implacabile legge penale della Pennsylvania. Le scene di panico che la polizia e i soccorsi hanno visto nella scuola di Murrysville erano le stesse tipiche della Columbine o del Virginia Tech: studenti in fuga, urla, sangue, pochi coraggiosi che prestavano i primi soccorsi e organizzavano da soli le prime misure di emergenza per ripristinare l’ordine. La differenza fondamentale è l’arma. Due coltelli. Non sono entrate in azione né pistole, né fucili, né mitragliatrici. Lo stragista mancato aveva due lunghe armi bianche, prese non si sa ancora dove, ma pericolose quanto i coltelli da carne che si trovano in tutte le cucine d’America (e anche d’Italia, volendo).

La dinamica dell’accaduto ricorda tutte le precedenti stragi nelle scuole. Alex Hribal era il solito insospettabile, descritto dai compagni di classe come una persona timida e introversa, disciplinato e non violento. A un certo punto gli devono essere scattati i cosiddetti cinque minuti e ha iniziato ad assalire i compagni all’ingresso della scuola, alle 7 e un quarto di mattina. Li ha aggrediti nei corridoi, poi nelle classi, spostandosi silenziosamente da un’aula all’altra. Secondo i ragazzi testimoni della tentata strage, all’inizio nessuno si è accorto di quel che stava avvenendo. Poi le grida di una ragazza hanno destato allarme e uno studente ha fatto scattare un allarme anti-incendio per far fuggire i compagni e chiamare i soccorsi. Una guardia armata, alla fine, è riuscita a bloccare l’aggressore e ad ammanettarlo. Contrariamente ad altri massacri, in questo caso non ci sono stati morti, ma tanti feriti, anche gravi. Ma ciò non dimostra la minor letalità delle aggressioni compiute con un coltello invece che con armi da fuoco. Dimostra solo la fortuna che hanno avuto tanti ragazzi, colpiti e rimasti vivi. Basti pensare a uno degli esempi dei sopravvissuti: secondo un rapporto medico, un diciassettenne è scampato alla morte nonostante un colpo che gli ha trapassato il fegato e danneggiato il diaframma, passando vicino all’aorta. È un miracolo che sia vivo. Un proiettile non avrebbe potuto fare di peggio.

La tentata strage di Alex Hribal, come tutte le altre analoghe del passato, ha una causa imperscrutabile. Solo un’analisi del soggetto aggressore potrebbe determinare che cosa lo abbia spinto a tentare di massacrare i compagni. Ma resta come un monito severo sulla futura legislazione sulle armi da fuoco negli Stati Uniti. Hribal ha agito indisturbato contro compagni disarmati e alla fine solo una guardia armata è riuscita a fermarlo. Quando la National Rifle Association, la “malvagia lobby delle armi” chiede guardie armate in tutte le scuole, non ha tutti i torti. I massacri avvengono quando il luogo del delitto è abitato da persone indifese. Anche l’ultimo stragista di Fort Hood ha agito contro persone che erano sì addestrate militarmente, ma disarmate, in quanto dentro la loro base. Solo un uomo armato può fermare un altro uomo armato, specialmente se il difensore dispone di un’arma più potente di quella dell’aggressore. È una constatazione brutale, ma è un dato di fatto.

La seconda conclusione che si può trarre è l’inutilità del progetto di legge sulle armi da fuoco che il presidente Barack Obama vuole far approvare “con o senza il consenso del Congresso”, come ha tenuto a precisare lo scorso gennaio. Si tratta di leggi che vietano il possesso di certi tipi di armi d’assalto, dunque fucili mitragliatori, limiti al quantitativo di proiettili venduti e un maggior controllo, anche psicologico, di chi possiede armi da fuoco. Le armi in questione, quelle d’assalto, sono quelle che fanno maggior impressione. Ma sono anche quelle che, stando alle statistiche dell’Fbi, provocano meno morti. Leggendo i dati relativi al 2011 (l’ultimo scrutinato), i fucili di tutti i tipi, d’assalto e non, hanno provocato 323 morti. In confronto, i morti assassinati con coltelli (l’arma usata da Alex Hribal) sono molti di più: 1.694. E perché si devono vietare proprio i fucili? Forse perché i coltelli non si possono vietare. Ma anche perché è difficile ammettere che non è l’arma che fa il delitto, ma le intenzioni del delinquente.

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