Usa, “poche denunce di molestie. Vengono vissute dalle ragazze come normalità”
Secondo uno studio condotto negli Stati Uniti dalla Marquette University e dal Children’s advocacy center la stragrande maggioranza delle giovani donne descrive gli abusi di carattere sessuali come “atteggiamenti diffusi” che “fanno i maschi”. Il 44% delle vittime ha meno di 18 anni e il 60% delle aggressioni non viene segnalato alla polizia. “Temono anche di essere considerate ‘puttane'”
di Marco Quarantelli | 10 maggio 2014
“I ragazzi ti afferrano, ti toccano ovunque, ma è ok… non ho mai pensato male, lo fanno a tutte”.Patricia ha 13 anni e quella che è generalmente considerata una molestia sessuale, l’esserepalpeggiata dai compagni di scuola, non la scandalizza perché è un comportamento diffuso. Una percezione comune alle ragazze della sua generazione, secondo uno studio condotto negli Stati Uniti dalla Marquette University e dal Children’s advocacy center: per le giovani donne – è la conclusione dei ricercatori – gli abusi sessuali sono la normalità. Una conferma di ciò che le associazioni per i diritti delle donne dicono da anni: solo una minima parte degli abusi viene denunciata. Accade, si legge, perché le ragazze “hanno interiorizzato il fatto di vivere in uncontesto sessuale maschilista” e perché “temono di essere considerate ‘puttane‘”.
La ricerca, intitolata “Normalizing sexual violence – young women account for harassment and abuse” e firmata da Heather R. Hlavka, sociologa della Marquette University, sarà pubblicata a giugno dalla rivista accademica Gender&Society. Il team di ricerca ha analizzato le video-interviste forensi condotte dal Children’s advocacy center, organizzazione che lotta contro gli abusi sui minori, su 100 giovani donne tra i 3 e i 17 anni, identificate come potenziali vittime di violenza sessuale. “L’essere trattate come oggetti, le molestie e gli abusi sembrano far parte della vita quotidiana delle studentesse delle scuole medie e superiori, che hanno pochi spazi in cui sentirsi al sicuro: hanno raccontato di essere state aggredite alle feste, a scuola, al parco giochi, in autobus, in automobile”, scrive la Hlavka. E ancora: “La stragrande maggioranza descrive gli abusi come‘cose normali’ che ‘fanno i ragazzi’: il consenso e il desiderio sessuale delle giovani sono largamente assenti. Il sesso è percepito come un qualcosa che viene subìto”.
Le interviste, condotte da personale specializzato in base a standard fissati dall’American professional society on the abuse of children, sono agghiaccianti. Lana ha 15 anni, Mike 18. “Stavo tornando in classe – ricorda la ragazza – e lui mi ha inchiodato al muro e ha cercato di alzarmi la camicia. Mi ha toccato e io iniziato a urlare. Così lui si è staccato, io sono tornata in aula e non ci ho pensato più. Credo che in fin dei conti non sia successo nulla“.”Ero sull’autobus – racconta Carla, 14 anni – lui si è seduto vicino a me e ha fatto scivolare una mano sotto il mio sedere. Io l’ho costretto ad alzarsi e lui mi ha detto: ‘Vengo fino a casa tua e ti stupro’. Lo so chescherzava, ma sentire queste parole è stato strano”. Neanche un rapporto orale forzato è percepito come stupro: “Mi ha costretto – racconta Terri, 11 anni, di colore – Mi ha detto che se non l’avessi fatto mi avrebbe stuprata”. Lui è un vicino di casa di 17 anni. “Per Terri la violenza riguarda solo il rapporto vaginale“, si legge nella ricerca.
Perché le ragazze non denunciano gli abusi – Lo studio confermerebbe la tesi secondo cuisolo una parte delle violenze vengono denunciate. Secondo il Rape, abuse&incest national network, il 44% delle vittime ha meno di 18 anni e il 60% delle aggressioni non viene segnalato alla polizia. I ricercatori hanno individuato quattro principali ragioni che trattengono dal denunciare.In primo luogo le intervistate descrivono gli uomini come incapaci di tenere a bada le pulsioni sessuali e giustificano le molestie “come normale comportamento maschile da sopportare oignorare“. Secondo, non considerano come abusi gli atti violenti al di fuori dello stupro. Terzo, hanno paura di essere etichettate come “puttane” e di essere accusate di esagerare o mentire.Quarto, non si fidano delle autorità: secondo la Hlavka, “le ragazze sembrano aver interiorizzato il fatto di vivere in un contesto maschilista” e temono di essere considerate “cattive ragazze” che provocano i maschi e inducono gli abusi.
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