Ashton Carter al posto di Hagel alla Difesa. Ma chi comanda davvero alla Casa Bianca?
Il democratico Ashton Carter prenderà il posto di Chuck Hagel alla Difesa. Ma a decidere nomi e strategia è solo Obama? Non sembra
Il nome del sostituto di Chuck Hagel lo dà la Cnn. Si tratta di Ashton Carter, 60 anni, già numero due del Pentagono dall’ottobre 2011 al dicembre 2013.
E’ il quarto segretario della Difesa nell’era Obama, dopo Robert Gates, Leon Panetta e Hagel. L’interrogativo che si pongono tutti è questo: come cambierà la linea degli Stati Uniti nei fronti caldi del mondo? Prevarranno i falchi o le colombe? Per rispondere bisogna capire cosa c’è dietro l’uscita di scena di Hagel, visto che, come ormai tutti riconoscono, non si è trattato proprio di dimissioni spontanee. Tra lui e Obama, infatti, si era arrivati ai ferri corti. E così l’ex senatore repubblicano del Nebraska è stato “accompagnato” alla porta.
A scatenare la bufera, che ha portato alle dimissioni, sarebbero state due lettere “pepate” con cui Hagel ha manifestato il proprio disappunto a Obama per la cattiva gestione della crisi in Siria e Ucraina. Una gestione, a suo dire, troppo debole e inconcludente. Facile ipotizzare che Obama sia andato su tutte le furie, vista anche l’amicizia tra lui e l’ex capo del Pentagono, nata ai tempi in cui entrambi erano senatori (Hagel aveva votato, in dissenso al proprio gruppo, contro la guerra in Iraq).
Vendetta di Obama, dunque, contro l’ingrato Hagel? Oppure c’è qualcosa di più? Pare proprio di sì. La famosa missiva di Hagel, infatti, sarebbe stata recapitata anche alla potentissima Susan Rice, responsabile della Sicurezza nazionale. Cinquanta anni, ex ambiasciatore alle Nazioni Unite, la Rice era scivolata (in tv) su una ricostruzione errata dell’attacco terroristico al consolato Usa di Bengasi (Libia), costato la vita a quattro persone tra cui il console Chris Stevens. Aveva detto che “non si trattava di terrorismo ma di una rivolta spontanea causata dal film anti islamico prodotto negli Usa che stava infiammando il mondo musulmano”. La Rice era stata fermata nella sua corsa al Dipartimento di Stato (al posto di Hillary Clinton), ma Obama l’aveva generosamente ricompensata con l’incarico alla Sicurezza nazionale.
Al di là della responsabilità che ricopre, la Rice è importante per un’altra ragione: fa parte della cerchia ristretta che circonda Obama. Accanto a lei c’è Denis McDonough, capo di gabinetto del presidente ed ex viceconsigliere per la Sicurezza nazionale. Ci sono anche altri uomini (e donne) di cui Obama si fida ciecamente e che ascolta sempre prima di prendere una decisione importante. Tra questi Valerie Jarrett, 58 anni, amica di famiglia degli Obama (aveva assunto Michelle nel suo studio legale a Chicago). Una volta l’ex direttrice della comunicazione di Obama, Anita Dunn, disse di lei: “Il suo ruolo da quando è alla Casa Bianca è uno dei più ampi e più estesi che credo siano mai esistiti nella West Wing” (l’ala ovest dove si trovano gli uffici del presidente). Ufficialmente la Jarrett è assistente del presidente per l’Impegno pubblico e gli Affari governativi. Nella sostanza è uno dei consiglieri più ascoltati. Purtroppo per lui Hagel non faceva parte della cerchia di persone che consiglia Obama da vicino. Era inevitabile, dunque, che andasse a finire così, visto anche che lui non era più in linea con il presidente e, nei meeting, preferiva non prendere mai la parola limitandosi a un confronto con Obama solo vis-à-vis.
Pare che i rapporti non siano buoni neanche tra Obama e il segretario di Stato John Kerry, accusato di essere troppo fumo e poco arrosto (vedi negoziato sul nucleare con l’Iran quasi fallito e la mediazione infinita tra palestinesi e israeliani che non ha portato alcun frutto). Anche lui potrebbe saltare. Ma se resisterà è solo perché è molto amico di Obama.
I dissidi all’interno dello staff presidenziale non sono una novità assoluta. Nixon, d’accordo con Kissinger, teneva a distanza il suo segretario di Stato, William Rogers, di cui evidentemente non si fidava troppo. Nixon lo escluse dal viaggio storico che fece in Cina nel 1972.
Ma torniamo al nuovo capo del Pentagono. Ashton Carter, come ha giustamento twittato Christian Rocca, è tutt’altro che una colomba. Visto che nel 2006 suggerì a Bush un attacco preventivo alla Corea del nord. Negli ultimi due anni Obama seguirà la dottrina Bush?
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