Clinton: ‘Normal’ Candidate Goes to Fast Food Joint with 007-Style Protection

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Hillary ha lasciato New York per la sua prima apparizione in Iowa, lo stato che la boccio’ nel 2008 relegandola terza nel primo “caucus” democratico, dietro Obama e Edwards. Ha scelto di andarci con un pulmino, invece che in jet, per non apparire ridicola fin dall’esordio: nel video del lancio di domenica scorsa ha detto di essere un’americana normale, che vuole essere un campione per la gente comune contro l’1%, e gli americani normali non dispongono di aereo privato, prendono l’autostrada e si fermano a fare benzina e a mangiare nei fast food. E’ sempre ridicolo, perche’ e’ ovvia l’ipocrisia di avere come autista e scorta gli agenti federali dei servizi segreti che le spettano come ex First Lady ed ex Segretaria di Stato, ma il populismo pauperista smaccato non e’ smaccato ed evidente per tutti, e i Democratici hanno imparato a farne un’arte con Obama, quello della redistribuzione classista e della “giustizia sociale” a colpi di tasse e di welfare.

Alla fine la gente beve tanto, se non tutto, e premia chi proclama proclami, anche quando sono volgarmente falsi e strumentali. A proposito, la notizia della serie “i liberal questi spudorati” che mi ha fatto spanciare oggi riguarda proprio un vecchio proclama obamiano di estremo successo: vi ricordate la campagna di Barack contro Mitt Rommey basata sul fatto che il candidato del GOP era un finanziere speculatore perche’ aveva co-fondato la societa’ di private equity Bain Capital, e si era arricchito a danno degli operai licenziati? Bene, per dirigere una divisione di quella stessa Bain Capital, scrive il Wall Street Journal, e’ stato assunto Deval Patrick. Ex governatore del Massachusetts il cui mandato e’ finito lo scorso gennaio, Patrick non e’ solo un democratico, ma e’ un afro-american intimo di Barack Obama, che uso’ frasi del discorso di insediamento dell’amico quale neo-governatore nel 2006 per il comizio della vittoria nel 2008. Ora, per un posto ben pagato, ecco Patrick approdare alla Bain, la creatura dell’avversario Romney. Quando si dice la coerenza e la faccia tosta.

Come stupirsi quindi se ora Hillary, miliardaria, cerca di vestire i panni della donna del popolo? Cerca, ma dovra’ fare di meglio e di piu’ se vuole tirare dalla sua le odierne schiere sindacali e filo-comuniste che stanno espandendosi come una metastasi nel partito che fu di John Fitzgerald Kennedy. JFK era di una dinastia di miliardari che i Clinton ancora se la sognano, ma rappresentava un’America postbellica che aveva ancora fame di affermarsi nel mondo seguendo la ricetta capitalistica: tagliare le tasse per favorire la crescita economica del paese rispettando la costituzione che protegge le liberta’ individuali.

Adesso invece ha un peso politico sempre maggiore nel partito DEM l’ala del WFP (il Working Families Party, Partito delle Famiglie dei Lavoratori), dirigista e tassa & spendi. E’ tanto influente che a New York, per esempio, la sua “marionetta” de Blasio (la definizione e’ del clan dei Clinton) si e’ rifiutato di appoggiare Hillary nella sua corsa. All’annuncio, il sindaco che pure aveva giurato alla sua elezione di 15 mesi fa nelle mani di Bill Clinton, tanto stretti erano i rapporti delle due famiglie, ha risposto “no, devo prima vedere quale linea politica offrira’”: uno schiaffo che marca le attuali forti divisioni tra i DEM.

Naturalmente non sara’ un problema per la Clinton dire tutto cio’ che le servira’ per ottenere la nomination Democratica, se nei prossimi mesi scendera’ in campo un “campione” concorrente tipo la Warren. O chiunque altro sia sostenuto dai sindacati del settore pubblico, dal WFP, da de Blasio, da George Soros e dagli altri miliardari di Wall Street o di Hollywood “unti” dal Signore Liberal della Correttezza Politica. Con l’esercito di consulenti che potra’ permettersi grazie alla raccolta-record di 2,5 miliardi di dollari di finanziamenti che il suo clan si propone di raggiungere, raddoppiando il livello di Obama, la Clinton avra’ sicuramente gli speech writers adatti alla bisogna. Il problema suo – ecco perche’ ha organizzato una strategia che prevede solo scambi con intime audience preselezionate e minimi incontri liberi con la stampa – e’ che lei, lasciata libera, puo’ solo fare disastri. Peggio di Michelle Obama che nel 2008 fu zittita dallo staff di Obama dopo aver detto “solo oggi sono orgogliosa di questo Paese, perche’ mio marito sta vincendo le primarie”.

Hillary non ha il carisma, e neppure un decimo delle qualita’ oratorio-politiche del marito. La collezione delle gaffe gia’ pronunciate dall’ex segretario di Stato e’ ricca, e l’ultima “stupidata” le e’ scappata proprio avventurandosi nel terreno dell’anticapitalismo, quando in un comizio di sei mesi fa circa ha voluto far vedere che sa comportarsi da Warren : “Non permettete a nessuno di dirvi che sono le corporation e i business a creare posti di lavoro”, proclamo’ in un convegno davanti a un pubblico amico. No, Hillary, tutti sappiamo che le corporation sono buone solo per pagare da 300 mila dollari in su per sentire un discorso tuo o di tuo marito, e per versare finanziamenti milionari alla Clinton Global Foundation in spregio al conflitto d’interesse.

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