Barack Obama Is Deluding Himself – Disengagement Will Not Stop Terrorism

<--

Alle 8.46 dell’11 settembre le campane delle chiese di New York hanno ricordato, come fanno dal primo anniversario nel 2002, l’attacco alle Torri Gemelle e al Pentagono. Ma le commemorazioni rituali, dal minuto di raccoglimento di Obama a Washington ai discorsi dei familiari delle vittime sul prato in Pennsylvania dove il quarto aereo dirottato fini’ il suo volo per l’eroismo dei passeggeri che gli impedirono di raggiungere la Casa Bianca, non fanno di quella data un momento unico della Storia, come fu Pearl Harbor. Il terrorismo islamico non era nato allora, ed e’ ancora nella cronaca oggi, 11/9/2015. L’FBI ha arrestato ieri l’altro Joshua Ryne Goldberg, 20 anni, in Florida, accusandolo di organizzare lo scoppio di una bomba al memorial dell’attacco di 14 anni fa a Kansas City, in Missouri, per “celebrare l’anniversario”. L’accusa e’ la distribuzione di informazioni via Internet su come creare esplosivi e armi di distruzioni di massa. Se condannato, rischia 20 anni di galera.

Il terrorismo islamico e’ piu’ vivo che mai, e Obama un pericoloso illuso se pensa che per fare la pace con chi ti fa la guerra basti guardare dall’altra parte. La Storia lo insegna. L’attacco dell’OLP al team di Israele alle Olimpiadi di Monaco fu nel 1972, e Al Fatah e Hamas hanno fatto poi migliaia di morti in Israele e nel mondo. La teocrazia iraniana sali’ al potere a fine anni 70, e il governo degli ayatollah, che sequestro’ per 444 giorni dozzine di americani nell’ambasciata Usa di Teheran, e’ da sempre sponsor di terrorismo. Al Qaeda fece le prove ai grattacieli del WTC nel 1993 con un camion, Osama dichiaro’ guerra all’America di Clinton a fine Anni 90, e nel 2001 diresse l’attacco piu’ distruttivo. George Bush lancio’ la guerra all’Islam terrorista e tenne alta la guardia, e la Cia non dimentico’ Bin Laden, fino ad eliminarlo. Obama, pacifista per ideologia, ha negato l’esistenza del radicalismo islamico rifiutandosi di chiamarlo con il suo nome, ma ha usato l’uccisione di Osama per essere rieletto, teorizzando nel 2012 che “la marea della guerra sta recedendo”. Eppure, dal maggiore islamico che fece strage di commilitoni in Texas alle bombe sulla maratona di Boston, passando per gli attentati a Londra, Madrid, Parigi, gli islamici, di Al Qaeda o dell’ISIS, sono sempre in guerra contro gli infedeli dell’Ovest.

In Siria, la repressione del suo popolo del genocida Assad sorretto da Russia e Iran ha aperto lo spazio al Califfato dell’ISIS, che oggi ha basi dalla Libia all’Afghanistan, e genera seguaci nel mondo. E’ il disimpegno di Obama che da’ i suoi frutti marci: ritraendosi da Iraq, Yemen e Libia (dove ha “guidato da dietro” e lasciato poi il paese nel caos) aveva proclamato “l’America torna a casa e sta fuori dalle guerre civili altrui”. Folle illusione: l’aver abdicato al ruolo di guardiano del Medio Oriente ha aggravato la guerra civile in Siria e le persecuzioni in Iraq, causa dell’esodo biblico verso l’Europa e gli USA, dove il governo ha ora deciso di accogliere 10mila rifugiati. Quanti saranno gli infiltrati affiliati ad Al Qaeda o all’ISIS? Obama ha chiuso gli occhi sul terrorismo islamico all’estero, e ora ha un problema umanitario certo (l’accoglienza di disperati e’ un dovere) e un rischio piu’ che probabile di ospitare cellule nemiche. Come non bastassero i “lupi solitari” in Florida.

About this publication