Tutte le paure degli americani: dal terrorismo (al cibo) e il global warming
Europa, Italia compresa, in pieno allarme terrorismo. Il sindaco De Blasio che fa una conferenza stampa notturna (ieri) a Times Square dopo che l’ISIS ha diffuso un video con gli “obiettivi” newyorkesi. La Cia che lamenta di aver perso efficacia nel suo lavoro a causa dei tagli al programma di spionaggio telefonico. Che bello che era quando avevamo il lusso di goderci le tante belle paure che non ci facevano paura per niente.
L’elenco e’ infinito. Il sale e lo zucchero, per esempio. La Coca Cola e il vino. O il burro. O il fritto con l’olio di semi (l’allarme viene da un professore inglese). E, ultimo in ordine di tempo, il “panico” da carni rosse e prosciutto di Parma provocato dal Rapporto della OMS (Organizzazione Mondiale della Sanita’). Tutta roba che fa malissimo, dicono gli scienziati. Per carita’, tranne quando le ricerche si smentiscono l’una con l’altra (succede anche questo), le sentenze salutiste di condanna dei medici hanno sicuramente qualche fondamento, perche’ “possono aumentare le chance di shorten la vita”. Volontariamente pero’, e in cambio di qualche piccolo piacere terreno.
Ma un rimpianto ancora maggiore e’ per la paura della fine del mondo. Il global warming, ricordate? Anzi, il Climate Change. Che lo mette al primo posto (“assolutamente”, ha ribadito dopo Parigi) tra le minacce alla sicurezza c’e’ rimasto pubblicamente solo Bernie Sanders. Il senatore che vive nelle nuvole socialiste del suo Vermont pensa di avere ancora dietro di se’ il popolo verde degli ambientalisti Democratici, ma io non sarei cosi’ sicuro. Era un bel lusso permettersi di giocare la parte dei salvatori del Pianeta, attaccando senza riserve gli imprenditori energetici, ossia le aziende del fracking e del gas naturale che hanno prodotto il mirabile risultato dell’indipendenza energetica degli USA dagli arabi e dal Cartello dell’Opec. Per me, nessun verde in Europa o negli USA ha mai perso il sonno, di notte, perche’ nel 2100 ci saranno (forse) un paio di gradi in piu’ a Stoccolma o a Montreal. Ma era bello, di giorno, condividere il terrore esistenziale di Obama che, in Alaska, piangeva “per i ghiacciai che non lasceremo ai nostri nipoti se non agiamo immediatamente”.
La “piu’ di lusso” delle paure rimpiante e’ pero’ senza dubbio quella per la “[injured party] privacy”. Ha avuto anche un “eroe” questa paura/battaglia contro la NSA e contro i servizi segreti che ci proteggevano al meglio delle possibilita’ tecnologiche: Edward Snowden. Grazie a lui, e a Obama, si deve lo smantellamento del programma di intercettazioni e registrazioni telefoniche del Patriot Act, che era stata la risposta di Bush e del Congresso all’11 settembre 2001. I liberal e i libertari, viziati dagli anni senza attentati e senza terrore, hanno dato voce e corpo a chi si sentiva oppressivamente vigilato, e hanno usato la spiata illegale di Snowden per montare la paura piu’ fatua e impalpabile, quella contro il Grande Fratello.
Queste erano tutte paure approvate, politicamente corrette, che ci riempivano la vita con la nostra partecipazione condivisa e compunta. Poi hanno fatto irruzione loro, quelli dell’ISIS, che hanno fatto piazza pulita delle paturnie e le hanno sostituite con la fifa vera. Chiamiamoli “violenti estremisti” come piace a Barack, o “islamici radicali” come fanno tutte le persone normali, o “bastards” come ha detto il giornalista della CNN Jim Acosta rivolgendosi a Obama nella conferenza stampa in Turchia (‘Why Can’t We Take Out These Bastards? Perche’ non possiamo togliere di mezzo questi bastardi?). I soldati dell’ISIS hanno sbaragliato le nostre priorita’ elitarie, e ci hanno catapultato nel mondo reale delle paure di base, quelle per la vita nostra e dei nostri cari. Basta camminare per strada o sedere in un negozio o allo stadio e ci si ritrova a rischio di una bomba, di una mitragliata, o di un coltello. Non solo in Israele, ma ovunque nell’Ovest civile: per esempio a Marsiglia, dove mercoledi’ un maestro ebreo e’ stato accoltellato da tre individui che hanno rivendicato appartenenza all’ISIS.
Per tornare con i piedi per terra si devono prendere sul serio le parole di John Brennan, direttore della CIA: “Negli anni passati, a causa di molte rivelazioni non autorizzate (riferimento chiaro a Snowden NDR) e di un mucchio di pressioni sul ruolo del governo nel suo sforzo di scovare questi terroristi, ci sono state azioni politiche e legali che hanno ostacolato la nostra abilita’ di trovare questi terroristi collettivamente, a livello internazionale. Spero che questo (i fatti di Parigi NDR) sia una sveglia, specialmente in aree dell’Europa dove io penso che ci sia stata una distorsione di cio’ che l’intelligence e i servizi stanno facendo”.
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