WhatsApp without a Fee

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http://www.opinione.it/web/2016/01/20/messina_web-20-01.aspx

di Maria Giulia Messina

20 January 2016

Jan Koum, fondatore della popolarissima applicazione di messaggistica mobile multipiattaforma, ha infatti dichiarato, durante la “Digital Life Design”, conferenza su temi tecnologici tenutasi a Monaco, che gli utenti non dovranno più pagare l’annuale tassa di 89 centesimi (0,99 dollari) prevista dopo il primo anno di utilizzo del servizio.

“Nel corso della nostra crescita ci siamo resi conto che questo modello non ha funzionato bene. Molti utenti non hanno la carta di credito e sono preoccupati di perdere il contatto con i loro familiari dopo il primo anno gratuito” si legge nel blog di WhatsApp.

L’applicazione nata nel 2009 dai due fondatori Jan Koum e Brian Acton, entrambi ex impiegati della società informatica Yahoo!, già nel giugno del 2012 vantava più di 27 miliardi di messaggi giornalieri, che non ostacolarono però il traffico di dati sms, che registrò invece un netto aumento nel 2013. Il 19 febbraio del 2014 fu acquistata dal gruppo Facebook Inc. Quel giorno, Mark Zuckerberg, Ceo del popolarissimo social network, dichiarò di aver acquisito WhatsApp per 19 miliardi di dollari e si impegnò a garantire la totale assenza di pubblicità.

Oggi, che anche l’introito ottenuto dall’abbonamento è stato azzerato, verrebbe però spontaneo chiedersi come, se non con la pubblicità, WhatsApp possa tornare ad essere uno strumento di guadagno. Pare che, per monetizzare il servizio, stiano già vagliando diverse soluzioni. Secondo quanto riportato sullo stesso blog infatti, WhatsApp punterebbe alla collaborazione con le grandi imprese. Interessante sarebbe infatti l’utilizzo della chat come piattaforma business con cui, per fornire un esempio, la vostra banca potrebbe comunicarvi di una recente operazione fraudolenta , o con cui una compagnia aerea potrebbe aggiornarvi su eventuali ritardi sul vostro volo.

Stabilito che il canone è solo un ostacolo per la crescita dell’applicazione, e che , come si legge nello stesso blog del social, “la pubblicità non è solo un’interruzione dell’estetica, è un insulto alla vostra intelligenza e un’interruzione dei vostri pensieri”, gli addetti ai lavori dovranno presto trovare una soluzione per continuare a mantenere la vetta nelle classifiche di messaggistica gratuita, tenendo conto della sempre più netta espansione di Facebook Messenger, che vanta già 800 milioni di utenti attivi.

Resta il fatto, amareggiante, che nemmeno un colosso come l’applicazione di messaggistica con più iscritti al mondo sia riuscito a vincere la battaglia per abituare i clienti ai micropagamenti digitali.

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