Mike Flynn, l’ex generale già esonerato da Barack Obama, il comiziante che dal palco della Convention Repubblicana di Cleveland guidava i cori di ‘Lock ‘er up’, mettetela in galera diretti a Hillary Clinton, è stato licenziato in tronco anche da Donald Trump e potrebbe lui stesso rischiaare quella galera che invocava per altri, per avere tramato con l’ambasciatore russo prima dell’insediamento e poi mentito. Ennesima conferma della ‘intelligenza’, per non dire omplicità, intercorsa fra il Cremlino e il successo elettorale di Trump, costruito sulle imbarazzanti rivelazioni anti Clinton passate a Wikileaks.
Per capire l’enormità della cacciata, mimetizzata da dimissioni, dalla poltrona di Consigliere per la Sicurezza Nazionale dopo appena 20 giorni dalla nomina – una rapidità senza precedenti – si deve risalire al 1947, quando Harry Truman creò quell’incarico, per avere al proprio fianco, 24 ore al giorno, un consigliere fidato nei momenti di crisi.
Era cominciata da pochi mesi l’Età Nucleare e la Guerra Fredda, con la costante, incombente minaccia di un attacco atomico, richiedeva un esperto, equilibrato collaboratore nella West Wing della Casa Bianca, che non fosse soggetto a scrutini e voti parlamentari, a influenze ideologiche, ad ambizioni di carriera. Progressivamente personalità sempre più massicce, come il più famoso di tutti, Henry Kissinger, ‘Super K’ ,occuparono quella poltrona. Non c’è, nella squadra ministeriale e di aiutanti che circondano il Comandante in Capo della forza armata più potente del mondo, persona più cruciale di quell’uomo, o quella donna, che funziona da Consigliere per la Sicurezza Nazionale.
Ora abbiamo la conferma che Trump aveva scelto un uomo completamente inaffidabile, un incosciente che nei giorni del Natale 2016 aveva sette vvolte telefonato all’ambasciatore russo a Washington per rassicurare Putin sulle sanzioni, non avendo alcuna autorità per farlo, ma per evidente riconoscenza per l’aiutofornito dagli hackers del Cremlino. Era un esperto di sicurezza strategica, talmente fesso da non sapere – o troppo arrogante per curarsene – che tutte le comunicazioni dirette con diplomatici stranieri sono legalmente intercettate dal controspionaggio, dallo Fbi.
È stata una fortuna che per stupidità, arroganza, bugiardaggine o rancore ideologico maturato nella vanità offesa da Obama, Mike Flynn non sia più il consigliere che sussurra al Presidente e lo guida nei momenti di grandi crisi internazionali. È già abbastanza ’emotivamente squilibrato’ Trump, come hanno scritto 35 psichiatri e psicologi clinici ieri in una lettera aperta, per avere un altro squilibrato al suo fianco, 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana, a un passo dal football, dalla valigetta con i codici per i lanci nucleari.
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