Israel’s Two Faces at the White House

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I due volti di Israele alla Casa Bianca

Da chi va il primo presidente miliardario degli Stati Uniti quando ha bisogno di consigli? Da altri miliardari. Così scrive il Jerusalem Post di oggi. E i due miliardari di cui Donald Trump si fida di più, soprattutto quando si deve definire la politica americana con Israele, sono Sheldon Adelson e Ronald Lauder.

Adelson nasce nel 1933 da una famiglia ebraica e, fin da giovane, si impone come abile imprenditore, capace di investire fin da subito nel mondo dell’informatica. Ma è a Las Vegas che Adelson riesce a fare i veri affari, acquistando, nel 1988, il Sands Hotel&Casino e fondando il gruppo Las Vegas Sands. Rivoluziona la “capitale del divertimento”, facendo costruire “The Venetian”, il resort che ospita alcune riproduzioni dei monumenti più belli di Venezia. Nel 2008 Adelson è il terzo uomo più ricco d’America (prima di lui ci sono solamente Bill Gates e Warren Buffett) e finanzia con 25 milioni di dollari la M.I.S. Hebrew Academy di Las Vegas per costruire una scuola superiore ebraica. Nel 2005 sostiene con 500mila dollari (250mila suoi e 250mila della moglie) la campagna per il secondo mandato di George W. Bush e poi Jeb Bush. Nel 2006 impiega 25 milioni di dollari in favore del Birthright Israel, un’organizzazione che finanzia i viaggi di giovani ebrei in Israele. Nel 2007 è tra i fondatori del Freedom’s Watch, “un gruppo che finanzia il coinvolgimento continuo degli americani nella guerra in Iraq, ed è gestito e sostenuto, in parte, da ex funzionari dell’amministrazione Bush” (da Wikipedia). Ha conosciuto Trump a metà degli anni Duemila e la loro amicizia si è consolidata sempre più.

Lauder attualmente è il presidente del World Jewish Congress. Da sempre appassionato di politica, nel 1989 cerca di diventare sindaco di New York, sfidando Rudy Giuliani, ma perde. Nel 1998 affianca il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per provare a ricomporre le tensioni con la Siria di Hafez al Assad. I negoziati proseguono anche dopo l’elezione in Israele di Ehud Barak. Lauder fa parte di molte organizzazioni che sostengono Israele, come l’Anti-Defamation League e il Congresso mondiale ebraico.

Ma Lauder e Adelson, le cui biografie possono sembrare così simili, danno in realtà consigli diversi al presidente. Adelson rappresenta la linea più oltranzista della comunità ebraica americana e ritiene che la creazione di uno Stato palestinese possa sarebbe un boomerang per Israele. Il Jerusalem Post parla addirittura di “catastrofe” per lo Stato ebraico. Lauder, invece, è amico del presidente palestinese Mahmud Abbas, tanto che durante il suo viaggio negli Stati Uniti, il leader arabo avrebbe cenato a casa del miliardario. Nota, con un pizzico di malizia, il Jerusalem Post: “Personaggi degni di nota presenti alla cena: rappresentanti dell’amministrazione Trump. Personaggi degni di nota assenti: qualsiasi rappresentante dell’ambasciata israeliana”.

Trump avrebbe così a disposizione due diverse posizioni – diametralmente opposte – con le quali confrontarsi. E ciò, forse, spiega anche la doppia anima della nuova politica della Casa Bianca in Medio Oriente.

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