Portland, The ‘Wall of Moms’ Against Trump: ‘Feds Go Home’

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Portland, le «mamme in giallo» contro Trump: «Via i federali»

Il presidente ha inviato truppe federali «per ripristinare l’ordine»: non risparmiano lacrimogeni e manganelli. Un movimento di madri si opponeLa campagna «law and order» di Donald Trump rischia di andare a sbattere, per una curiosa ironia, contro un altro Muro, quello delle «mamme in giallo» di Portland. Nella città dell’Oregon continuano le proteste per l’uccisione dell’afroamericano George Floyd, il 25 maggio scorso a Minneapolis. Il Covid-19 ha spento le manifestazioni in quasi tutte le metropoli americane, ma a Portland il movimento Black Lives Matter si è allargato, saldandosi con le formazioni dell’estrema sinistra radicate nel corridoio della Costa occidentale fino a Seattle.

Militari in assetto di guerra

Il presidente ha reagito con durezza, inviando truppe federali per «ripristinare l’ordine pubblico». Sono militari in tuta mimetica e in assetto di guerra che non risparmiano sui lacrimogeni e le manganellate. La speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi, accusa Trump di voler trasformare «la Democrazia americana in una Repubblica delle banane». Anche il sindaco di Portland, Ted Wheeler e la Governatrice dell’Oregon, Kate Brown, entrambi democratici, chiedono al governo di Washington di ritirare i soldati federali.L’appello della mamma su Facebook

Nel frattempo in città sta accadendo qualcosa di nuovo e di imprevisto. Sabato 18 luglio una donna finora sconosciuta, Bev Barnum, sposata, due figli, si è rivolta ai suoi 440 follower su Facebook: «Come molti di voi hanno letto e visto nei notiziari, i manifestanti sono stati feriti senza alcuna ragione, privati dei loro diritti, portati via con veicoli senza contrassegni e da agenti non identificabili. Aiutatemi a proteggerli, costruiamo insieme il “Muro delle Mamme”. Noi mamme siamo spesso sottovalutate, Ma siamo più forti di ciò che si pensa. E allora ci state?».

Il perché della maglietta gialla

All’appello di Bev hanno risposto subito circa trenta mamme e anche nonne. Sabato notte si sono schierate davanti al tribunale federale cittadino. Hanno formato una barriera, tenendosi per mano e frapponendosi tra i dimostranti e i militari. Il «Muro» diventa più robusto, giorno dopo giorno. E più organizzato, combattivo. All’inizio indossavano magliette o camicie bianche, poi hanno virato sul giallo, il colore delle pioniere femministe nel 1860. Elmetti, occhiali protettivi. Slogan classici: «Feds go home». O più creativi come: «Feds stay clear, Moms are here», Federali toglietevi di mezzo, qui ci sono le Mamme.La rivolta ha spiazzato Trump

È una scossa che sta impressionando l’opinione pubblica e che scompagina lo schema di Trump. Il presidente ha usato prima l’occupazione di un quartiere a Seattle e ora il «caso Portland» come la prova che le città siano minacciate da «anarchici, teppisti, vandali» e, addirittura, «terroristi». Trump accusa Governatori e sindaci democratici di essere «deboli», di non riuscire «a garantire la sicurezza dei cittadini».

In realtà il presidente mette insieme tutto, mescolando proteste e l’impennata della criminalità in alcune metropoli. Lunedì 20 luglio ha minacciato di spedire i soldati federali a Chicago, New York Detroit, Oakland, Philadelphia, Baltimora: «tutti centri governati da democratici e fuori controllo».

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