The Republicans’ Black Candidate

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La candidata nera

per i repubblicani

di Massimo Gaggi | 12 maggio 2022

Sostenuta da una variopinta coalizione – dall’ex stratega di Trump Steve Bannon al Club for Growth che, invece, ha rotto con Trump – Kathy Barnette è l’incubo del suo partito: potrebbe spuntarla a sorpresa alle primarie salvo poi arenarsi nelle elezioni di novembre

La certezza dei repubblicani Usa di vincere, a novembre, le elezioni di mid term è corrosa da un tarlo: il rischio di perdere alcuni collegi conservatori perché viene presentato un candidato troppo estremo o inaffidabile. Di casi simili ne stanno emergendo diversi, in genere legati al desiderio di vendetta di Trump, deciso a sostituire i parlamentari non allineati sulle sue posizioni con altri più fedeli, e più radicali. Ma ci sono anche altre anomalie e quelle del Senato, dove la maggioranza si gioca su un seggio, preoccupano di più: come Eric Greitens che in Missouri si trascina dietro diversi scandali ma è ugualmente in testa nei sondaggi. Il caso più spinoso, però, è quello della Pennsylvania dove va sostituito il senatore Toomey, repubblicano, che si ritira.

La nomination della destra sembrava certa per il finanziere e veterano dell’esercito David McCormick fino a quando Trump non ha deciso di scomunicarlo e di dare la sua benedizione al chirurgo Mehmet Oz, star televisiva molto nota ma poco amata dai conservatori della Pennsylvania: in passato è stato pro aborto e contro la libertà di armarsi. Mentre i due litigano e si demoliscono con accuse reciproche, ha preso quota Kathy Barnette, una donna nera di estrema destra che racconta in uno spot tv una storia tremenda: partorita dalla madre quando aveva 12 anni, ha scoperto da adulta di essere nata da uno stupro. Ma ha reagito: una carriera militare, una famiglia, un equilibrio ritrovato. La storia commuove e, con l’America conservatrice galvanizzata dall’imminente sentenza della Corte Suprema che potrebbe mettere fuori legge l’aborto, il suo 5% nei sondaggi è passato, a pochi giorni dalle primarie, al 25%: più di McCormick, poco meno di Oz. Sarebbe una bella storia di rinnovamento della politica se non fosse che la biografia di Kathy è piena di aspetti oscuri (non si sa da dove viene, dove ha insegnato, dove risiede, non dà notizie sulla sua carriera militare) mentre sui social ha seminato invettive contro i musulmani e accuse di razzismo sistematico nei confronti dei bianchi. Improvvisamente sostenuta da una variopinta coalizione – dall’ex stratega di Trump Steve Bannon al Club for Growth che, invece, ha rotto con Trump – Kathy è l’incubo del suo partito: potrebbe spuntarla a sorpresa alle primarie salvo poi arenarsi nelle elezioni di novembre: indigesta anche per parte della destra moderata.

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