Un’«arma segreta» dell’economia Usa
di Danilo Taino| 23 novembre 2022
C’è una nuova tendenza dopo gli anni della globalizzazione crescente. McKinsey l’ha chiamata Titanium Economy: è un fenomeno fotografato negli Stati Uniti ma che riguarda anche l’Europa. Sono industrie tecnologiche piccole e medie, di frequente private che «stanno ridefinendo il futuro della manifattura degli Stati Uniti»
Non c’è solo Silicon Valley nel futuro dell’economia. L’innovazione sta penetrando a fondo migliaia di imprese spesso sconosciute al grande pubblico. I licenziamenti decisi negli ultimi tempi da alcuni dei grandi gruppi dell’hi-tech Usa (Amazon, Meta, Twitter) non segnalano solo le loro difficoltà ma, probabilmente, anche una nuova tendenza dopo gli anni della globalizzazione crescente. McKinsey l’ha chiamata Titanium Economy: è un fenomeno fotografato negli Stati Uniti ma che riguarda anche l’Europa. Si tratta, dice l’analisi della società di consulenza, di oltre quattromila imprese americane che negli scorsi dieci anni hanno visto un ritorno sul capitale investito in media dell’11-15%: una performance spesso simile a quella delle big della Silicon Valley. Sono industrie tecnologiche piccole e medie, di frequente private che «stanno ridefinendo il futuro della manifattura degli Stati Uniti», sostiene McKinsey.
Hanno digitalizzato le loro operazioni, sono flessibili e capaci di rispondere ai cambiamenti esterni, hanno formato la forza lavoro, programmano le acquisizioni, danno priorità alla sostenibilità. Nxp Semiconductors, per esempio, è una società con una presenza negli Usa ma con il quartier generale in Olanda: realizza prodotti che consentono di applicare il machine learning (la macchina che impara) in ogni settore. Qorvo è invece una società della Carolina del Nord che produce su larga scala parti fondamentali degli smartphone. McKinsey calcola che imprese come queste hanno la
potenzialità di aumentare il Prodotto interno lordo degli Stati Uniti tra 275 e 460 miliardi di dollari entro il 2030. E di creare tra un minimo di 880 mila e un massimo di 1,5 milioni di posti di lavoro qualificati e ben retribuiti. Dal momento che è formata da industrie manifatturiere, l’Economia del Titanio crea prosperità nelle comunità in cui investe. Il problema è che queste imprese sono poco conosciute e non abbastanza apprezzate. Se riusciranno ad attrarre l’attenzione degli investitori e dei lavoratori qualificati, secondo McKinsey saranno «l’arma segreta del revival industriale dell’America» nell’era della post globalizzazione. Visione da sottoporre a verifica, naturalmente. Le imprese americane, però, sono strutturalmente sorprendenti: un punto di forza cruciale in un’economia transatlantica.
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