Trump Unleashes against ‘Meatball’ Ron*

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Trump scatenato contro Ron «polpetta»

di Massimo Gaggi | 16 febbraio 2023

The Donald ha 76 anni, è vero, ma ha consensi almeno dieci volte superiori rispetto alla Haley. E se ottiene la nomination, poi nel confronto con Biden sembrerà un signore di mezza età

Il problema di Donald Trump oggi non è quello di attaccare Joe Biden per come sta gestendo la «crisi dei palloni» o di ridicolizzare Pete Buttigieg (ministro dei Trasporti e altro possibile candidato alla Casa Bianca) per i disastri ferroviari e alcuni episodi di caos del traffico aereo come stanno facendo i conduttori televisivi della Fox a lui vicini. Il suo problema non è nemmeno la sfida lanciata in campo repubblicano da Nikki Haley che vuole politici più giovani. The Donald ha 76 anni, è vero, ma ha consensi almeno dieci volte superiori rispetto alla Haley. E se ottiene la nomination, poi nel confronto con Biden sembrerà un signore di mezza età.

Il suo vero problema, oggi, è il soprannome da appiccicare addosso al suo rivale più pericoloso: Ron DeSantis. Può sembrarvi frivolo, ma questo è il vero talento di Trump: creare brand che esaltano o distruggono. Da abilissimo comunicatore qual è si è convinto che le elezioni non si vincono coi programmi ma imponendo la propria personalità. E demolendo l’avversario con accuse feroci, insinuazioni, trasformando un dibattito televisivo in una zuffa dialettica. Ma il primo passo è sempre la scelta di un soprannome fulminante col quale etichettare, ridimensionare e umiliare chi gli taglia la strada. Trump è convinto che in un mondo nel quale non puoi catturare l’attenzione della gente per più di qualche attimo, una parola fulminante sia la mossa vincente. Nel 2016 Jeb Bush e Ted Cruz finirono al tappeto prima ancora di salire sul ring con «Low Energy Jeb» e «Lyin’ Ted», Jeb batteria scarica e Ted il bugiardo. «Crooked Hillary» (l’imbrogliona) è bastato a cucinare Hillary Clinton. Più difficile nel 2020 con Joe Biden: ha cominciato con «Crazy Joe» (il matto), per poi passare a «Sleepy Joe», l’addormentato. Si sa com’è andata (lui continua a dire di aver vinto). È dura anche con Ron: prima del voto di novembre ha provato con «Desanctimonious» (devozione ipocrita), ma DeSantis è stato rieletto governatore della Florida a valanga mentre molti candidati di Trump sono stati bocciati. Pare che lui ora si sia convinto che quella parola non funziona, troppe sillabe. Meglio «Meatball Ron», Ron la polpetta. Perchè? Qualcuno dice per il volto di DeSantis, ma meatball è stato in passato un modo dispregiativo per etichettare gli italoamericani (come italiane sono le radici di Ron).

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