Vento a sfavore
per Mr. DeSantis
di Massimo Gaggi | 20 aprile 2023
A Washington Mr. Ron un po’ la figura dello sprovveduto l’ha fatta: era andato, se non per essere acclamato, per darsi un’immagine di leader nazionale, incassare endorsement di repubblicani di rango. Ma non ha avuto l’appoggio esplicito nemmeno di un senatore e proprio mentre arrivava nella capitale ben sette deputati del suo Stato, la Florida, hanno dichiarato che appoggeranno Trump
Mr. Ron va a Washington. A differenza del Mr. Smith del film di Frank Capra, DeSantis non è uno sprovveduto spinto nella fossa dei leoni della politica. È da novembre, quando ha stravinto il voto che lo ha confermato governatore della Florida, l’unica credibile alternativa repubblicana a Donald Trump per la Casa Bianca. Da qualche settimana, però, il vento che gonfiava le sue vele ha smesso di soffiare: pesano errori politici – idee sulle relazioni internazionali approssimative e isolazioniste che non fanno pensare a lui come a uno statista, continui rinvii della decisione sulla sua candidatura, la guerra contro la Disney fino a minacciare di costruire un carcere tra i parchi per i bambini – e pesano anche gli attacchi feroci di un Trump che, come previsto, sta usando l’incriminazione del tribunale di New York come una medaglia. A Washington Mr. Ron un po’ la figura dello sprovveduto l’ha fatta: era andato, se non per essere acclamato, per darsi un’immagine di leader nazionale, incassare endorsement di repubblicani di rango. Ma non ha avuto l’appoggio esplicito nemmeno di un senatore e proprio mentre arrivava nella capitale ben sette deputati del suo Stato, la Florida, hanno dichiarato che appoggeranno Trump. Alla fine di un incontro con lui, poi, Lance Gooden, influente parlamentare texano, ha emesso un comunicato quasi beffardo: «Ho avuto un incontro molto positivo con DeSantis: voterò Trump».
Anche alcuni importanti finanziatori, come Ken Langone e Thomas Peterffy, che puntavano su di lui, stufi di Trump, ora stanno prendendo le distanze, sconcertati dal suo estremismo su scuola e aborto. Certo, le elezioni si possono vincere anche senza grandi finanziatori e i voti possono arrivare anche senza l’appoggio dei parlamentari locali, ma i sondaggi più accreditati danno Trump in vantaggio di 23 punti percentuali sul suo giovane (presunto) sfidante. L’ex presidente, comunque, non si rilassa: DeSantis è l’unico avversario credibile e nel suo stile politico pugilistico The Donald ha sempre bisogno di un avversario. FROM HERE Dopo i soprannomi sprezzanti, le insinuazioni personali ed etiche, l’accusa, formalizzata in un esposto, di avere avviato una campagna elettorale non annunciata e quindi illegale, ora un’organizzazione politica di Trump sgancia l’atomica: «DeSantis vuole tagliare l’assistenza sanitaria e le pensioni».
Leave a Reply
You must be logged in to post a comment.