Elections and Fakes: If Joe Biden Calls You on the Phone*

<--

Elezioni e fake: se al telefono vi chiama Joe Biden

Paolo Benanti e Sebastiano Maffettone | 25 gennaio 2024

Intelligenza artificiale, nuove tecnologie e «vecchio» telefono per cercare di condizionare le primarie del New Hampshire, negli Stati Uniti. I pericoli per la democrazia

Immaginate di essere un cittadino del New Hampshire, negli Stati Uniti. Mentre state lavandovi le mani prima di cena dopo una giornata di lavoro, vi arriva una telefonata inattesa. La sorpresa diventa shock quando vi accorgete chi è che vi ha chiamato. Si tratta, infatti, del Presidente Joe Biden. La sua conversazione è amichevole, e inizia — per mettere a suo agio l’in terlocutore — con una frase che adopera spesso: «Che mucchio di sciocchezze!». Ma di sciocchezze non si tratta. Perché, subito dopo l’approccio informale, il Presidente continua dicendo qualcosa di impegnativo, del tipo: «È importante che conserviate il vostro voto per le elezioni di novembre. […] Il voto di questo martedì non fa altro che favorire i repubblicani nel loro tentativo di eleggere nuovamente Donald Trump. Il vostro voto farà la differenza a novembre, non questo martedì».

In sostanza, si tratta di un messaggio che invita a non votare per Biden alle Primarie. E termina lasciando al nostro stupito ascoltatore il numero di Kathy Sullivan, già Presidente del Partito Democratico del New Hampshire, che ora gestisce un super PAC (Super political action committee) il cui scopo principale di questi tempi è proprio quello di convincere i democratici di quello stato a votare per Biden alle Primarie.

Come avrete intuito, il messaggio è un fake. E, per quel che ne sappiamo, se ne sta incaricando l’ufficio del procuratore generale del New Hampshire. Che sta indagando su quello che sembra essere un «tentativo illegale» di soppressione del diritto di voto, dopo che anche un canale televisivo nazionale, NBC News, ha riferito di una telefonata automatica che impersonava il Presidente Joe Biden e che diceva ai destinatari di non votare alle primarie presidenziali di martedì. L’indagine ha avuto inizio a seguito di una denuncia di un importante democratico del New Hampshire, il cui numero di telefono era apparso sullo schermo al momento della chiamata (falsamente) presidenziale. Ovviamente, sembra si tratti di un tentativo di creare confusione nel campo politico avversario. Al momento, non ci risulta che le indagini abbiano avuto risultato e che si sia rintracciato l’autore del fake.

Da notare comunque che ancora una volta, si utilizza la tecnologia digitale per confondere l’elettore e per indebolire l’avversario politico. Abbiamo già ricordato sulle pagine di questo giornale il caso delle ultime elezioni in Argentina dove, in campagna elettorale, un fake Milei appariva come un membro della banda di Arancia meccanica e il suo rivale un fake Massa vestiva i panni di Che Guevara. In New Hampshire, il deep fake non è più visuale ma adopera la voce e l’ascolto come strumenti di turbativa del voto. Ma la differenza più evidente tra il caso Argentina e questo del New Hampshire è un’altra. Alla base c’è sempre l’utilizzo di strumenti molto sofisticati, capace di simulare in maniera del tutto realistica la voce di una persona vera. Poi a valle, c’è un sistema di profilazione anche questo assai complesso in grado di selezionare un campione statistico rilevante di donne e uomini da chiamare.

Ma quello che è più strano, che stride con l’impiego di tecnologie digitali d’avanguardia, è altro. Si tratta dell’impiego di un metodo antico oramai e a bassa fedeltà come il telefono per portare a termine l’operazione. Insomma, tanto per metterla giù chiara, è come se il top di Silicon Valley si fosse messo d’accordo con il call center dietro l’angolo. Sorpresa quest’ultima che non cambia la percezione di un fenomeno politico nuovo. D’ora in avanti, le campagne elettorali saranno molto diverse. Meno presenza e più digitale. Come a dire che ne vedremo, ma anche ne sentiremo, delle belle…

About this publication