Posters for Trump and Cuomo’s Return

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Bandiere per Trump e il ritorno di Cuomo

di Massimo Gaggi | 17 ottobre 2024

Politico potente, capace, spietato, costretto tre anni fa a dimettersi da governatore dello Stato di New York per una serie di accuse di molestie sessuali (lui ha sempre negato e non ci sono state condanne né processi), Cuomo, che non si è mai rassegnato all’uscita di scena, medita ora un clamoroso ritorno: vuole diventare sindaco di New York

I’d rather vote for a felon than for a jackass. Le bandiere che ho visto sventolare nei giorni scorsi nelle campagne del Michigan con su scritto «meglio votare per un criminale che per un idiota» (in vendita online a 16,99 dollari) testimoniano della fede incrollabile dei fan di Donald Trump. Ma a me hanno fatto venire in mentre anche un altro personaggio controverso: il democratico Andrew Cuomo.

Politico potente, capace, spietato, costretto tre anni fa a dimettersi da governatore dello Stato di New York per una serie di accuse di molestie sessuali (lui ha sempre negato e non ci sono state condanne né processi), Cuomo, che non si è mai rassegnato all’uscita di scena, medita ora un clamoroso ritorno: vuole diventare sindaco di New York. E con quello attuale, Eric Adams, incriminato e a rischio dimissioni, si apre uno spiraglio per il politico italoamericano: lui vuole risollevarsi dalla polvere, ridare lustro a una delle grandi dinastie democratiche (il padre, Mario, è stato anche lui governatore e sfiorò la candidatura alla Casa Bianca), ma cerca anche vendetta.

Personaggio ingombrante, feroce con gli avversari, mai amato dal suo partito, ma anche amministratore capace, Andrew piace ancora a molti nonostante le circostanze ignominiose della sua uscita di scena: nei sondaggi il 48% dei democratici di New York lo rivuole in campo. Prospettiva che, però, spaventa non solo la sinistra del partito che vede in lui un conservatore mascherato da centrista, ma anche molti sindacalisti e imprenditori della metropoli: pensano che un Cuomo sindaco sarebbe un antisistema in conflitto con la governatrice Hochul e l’Attorney General Letitia James, alle quali Andrew attribuisce la sua defenestrazione.

Tra l’altro la James, la procuratrice che con le sue accuse sulle molestie (senza rapporti sessuali) ha costretto Cuomo alle dimissioni e che ha indagato anche il sindaco e altri del suo team, potrebbe essere lei stessa candidata alla successione di Adams. La grande metropoli sprofonda, così, in un clima da «mani sulla città».

In realtà New York, mai ripresasi dal Covid, è già sprofondata e solo un bulldozer come Cuomo può risollevarla, dicono i suoi. Che non temono altri guai giudiziari. Non li temeva nemmeno Adams. Quando fu eletto i suoi amici dissero, festosi, che la città sarebbe stata governata da un’«adorabile canaglia». Poi la parte adorabile è svanita.

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