Why Kamala Harris Wants To Abolish Columbus Day

March 9, 2019

Published in Il Giornale
(Italy) on 2 March 2019
by Francesco Boezi (link to original link to original)

Translated from by Marie Winnick. Edited by Elizabeth Cosgriff.

Kamala Harris wants to, or rather should, recover ground lost on the left. She is a Democratic primary candidate, among the favorites for the nomination. By a mere political calculation, this explains her choice to fight alongside a segment of the Democratic donkeys who would like to abolish Columbus Day.

These days, everyone is being towed behind Alexandria Ocasio-Cortez, who was one of the first to raise the issue. She had proposed eliminating the Italian explorer’s holiday from the calendar, replacing it with the day people go out to vote, in other words, Election Day. If this were to become reality, American citizens would be able to miss work on the days of a presidential or state gubernatorial election.

On close examination, Harris is supporting most of the bills introduced by the youngest congresswoman in United States history. From the great environmental plan, also called the “Green New Deal,” to healthcare bills, almost everyone is being led by a 29-year-old. At a conference held in our own Italy, ex-Prime Minister Paolo Gentiloni even made a reference to Ocasio-Cortez’s political development. The internationalism and passion of Italian center-left politicians and leaders of the Western left are no longer news.

Harris, who for now is not being imitated in our own country, is a progressive candidate. She is good for the center but also for the Democratic left. The California senator could be maligned by voters and socialist sympathizers, who in the meantime continue to donate money to Bernie Sanders. The “old lion” from Vermont has reached the $10 million mark. This trend seems to scare Donald Trump, who has begun to attack the 77-year-old senator full-force. The scene is shifting. Given this small bit of information, it is possible to understand the reason for the debate about Oct. 12.

Christopher Columbus has been a real object of political propaganda for some years now. The sailor has also been a victim, in a manner of speaking, of the “statue wars.” Major financial hubs have banned his image because their officials believe it to be identifiable with, perhaps responsible for, the exploitation, abuse and genocide perpetrated against indigenous peoples. Harris is Indian-Jamaican, but “Indian” in the sense that her mother is originally from India. However, this is a good opportunity to give a nod to a minority while casting the line out into a pond of socialist-colored votes, where these petitions are heard the most.

War with the indigenous peoples was a constant during the initial American centuries. At Wounded Knee, to cite one of the best-known historical examples, hundreds of Sioux Indians were killed in barbaric ways, most of them women and children. It was 1890, 400 years after the three ships landed. The government back then wanted to annex those territories.

Columbus has been dead for a while. Yet in coming to terms with the past, the Democrats are doing so through the explorer from Genoa.

Perché Kamala Harris vuole abolire il Columbus Day

Kamala Harris vuole, anzi deve, recuperare terreno a sinistra. Si spiega così, con un mero calcolo politico, la scelta della candidata alle primarie democratiche, che è tra i favoriti per la nomination. di aderire alla battaglia tramite cui una parte degli asinelli vorrebbe abolire il Columbus Day.

Tutti, di questi tempi, vanno a rimorchio di Alexandria Ocasio Cortez, che è stata una delle prime a segnalare il caso: aveva proposto di eliminare la festività dedicata allo scopritore italiano, sostituendola sul calendario con il giorno in cui si tengono le votazioni, cioè l’Election Day. In concomitanza con le presidenziali o con l’elezione del governatore di uno Stato, insomma, i cittadini americani potrebbero, in caso la cosa prendesse piede, non andare a lavoro.

Kamala Harris, a guardare bene, sta andando a rimorchio della maggior parte delle proposte avanzate dalla più giovane deputata della storia degli Stati Uniti. Dal grande piano ambientalista. anche detto “Green New Deal”, alle proposte in materia sanitaria, quasi tutti si stanno facendo dettare i tempi da una ventinovenne. Pure l’ex premier Paolo Gentiloni ha fatto riferimento, all’interno di un convegno svoltosi nel Belpaese, alla vicenda politica della Cortez. L’internazionalismo e la passione dei politici del centrosinistra italiano per i leader della sinistra occidentale non fanno più notizia.

La Harris, che per ora non è imitata nel Belpaese, è una candidata progressista, buona per il centro, ma pure per la sinistra democratica. La senatrice della California potrebbe essere maldigerita dagli elettori e dai simpatizzanti socialisti, che nel frattempo stanno continuando a donare somme di denaro a Bernie Sanders. Il “vecchio leone” del Vermont ha già raggiunto la soglia dei 10 milioni di dollari. Questo trend sembra spaventare Donald Trump, che ha iniziato ad attaccare il senatore settantasettenne a testa bassa. Il quadro è in movimento. Fornite queste brevi informazioni, è possibile comprendere il perché di questo dibattito attorno al 12 ottobre.

Cristoforo Colombo è, da qualche anno, un vero e proprio oggetto di propaganda politica. Il navigatore è stato pure vittima, per così dire, della “guerra delle statue”. Le grandi città finanziarizzate mettono al bando la sua figura, perché gli amministratori delle stesse la ritengono identificabile, magari responsabile, con lo sfruttamento, il maltrattamento e il genocidio perpetrato ai danni delle popolazioni indigene. Kamala Harris è indo – giamaicana, ma “indo” sta per originaria dell’India per parte di madre. Ma questa è una buona occasione per strizzare l’occhio a una minoranza e, nel contempo, gettare la canna da pesca nello stagno dei voti a tinte socialiste. Dove queste istanze sono più sentite.

Le guerre con le popolazioni indigene sono state una costante dei primi secoli americani. A Wounded Knee, per citare uno dei casi meglio sciorinati dalla storiografia, sono stati uccisi, attraverso modalità atroci, centinaia di indiani Sioux. Tra questi, soprattutto minori e persone di sesso femminile. Era il 1890, quattrocento anni dopo l’attracco delle tre caravelle. Il governo di allora desiderava l’annessione di quei territori.

Colombo era morto da un po’. Eppure, i conti con il passato, i democratici li fanno con l’esploratore genovese.

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