For Ukraine, the days preceding the anniversary of the invasion — Friday, Feb. 24 — are ones of rhetoric. Included in this category are the speeches that will be made tomorrow, Feb. 21, by U.S. President Joe Biden in Warsaw and Russian President Vladimir Putin before the Duma to the assembled military of the “special military operation” — devoid of foreign guests.
President Biden’s current mission in Kyiv also has essentially rhetorical value. It was certainly not an impromptu, last minute trip, but was obviously kept secret right up to the last moment. This recent roundtrip to Kyiv almost seems meant to create the impression that, despite the war, Ukraine is finding a new normal.
In the space of one week, Ukrainian President Volodymyr Zelenskyy was in London and Brussels, and Ukraine’s Minister of Foreign Affairs Dmytro Kuleba was in Munich in civilian clothes. Kyiv has visitors (nearly) every day: Swedish Prime Minister Ulf Kristersson, rotating president of the EU Council; Biden; and soon, Italian Prime Minister Giorgia Meloni, just the most recent in a long list.
To whatever extent it was planned, Biden’s trip to Kyiv and Warsaw may also have an anti-Chinese element to it, acting as a smokescreen to the impact of the Chinese peace plan for Ukraine, the announcement of which, hinted at in Munich by Chinese senior diplomat Wang Yi, is expected on Friday.
Beijing may have caught Western diplomacy on its back foot, after taking a backseat to the Ukraine crisis for a year, refusing to play the role of mediator, and not condemning the invasion, but declaring itself in favor of respecting the territorial integrity of nations, a principle that should be applied “without double standards,” a way of saying that Taiwan is China.
The “balloon row” that erupted at the beginning of the month when a Chinese high-altitude balloon was detected floating over U.S. territory — a spy balloon, according to the United States; a meteorological sensor, according to Beijing — and its subsequent downing added an element of tension, probably purely economic, to the geopolitical, economic and commercial conflict between the U.S. and China.
U.S. Secretary of State Antony Blinken postponed a scheduled trip to Beijing indefinitely. Blinken has also just added another link to the chain of U.S.-China disagreements: that China is allegedly supplying drones and other military equipment to Russia, just as Iran and North Korea do, or might do. Blinken and Wang saw each other in Munich, on the margins of that conference, which was a triumph of Western pro-Ukrainian rhetoric. None of the contentious issues were resolved, but at least dialogue has reopened.
From Munich, Wang went to Moscow. The rapprochement between China and Russia this past year is clear, with Xi and Putin united by the desire for a new world order working against U.S. hegemony. It is also probable that Wang wanted to sound out Putin’s reaction to the puzzle of Xi’s peace plan.
After an entire year of playing down Xi assuming the role of mediator after the invasion of Ukraine, Biden now seems concerned that Xi will do so for real. If China wants to take center stage, the U.S. will throw smokescreens around it. But if Beijing were to formulate proposals that satisfied Russian security concerns and protected the integrity of Ukrainian territory, it would be difficult to ignore.
Biden in Ucraina ‘oscura’ il piano di pace cinese: ora il timore Usa è che Xi voglia mediare davvero
Per l’Ucraina, questi che precedono l’anniversario dell’invasione, venerdì 24 febbraio, sono i giorni della retorica: rientrano in questa categoria i discorsi che i presidenti Usa Joe Biden e russo Vladimir Putin faranno domani, rispettivamente a Varsavia e di fronte alla Duma, presenti i militari dell’ ‘operazione militare speciale’ – senza ospiti stranieri.
Ed ha pure un valore sostanzialmente retorico la missione, oggi, a Kiev, del presidente Biden, certo non improvvisata ‘last minute’, ma tenuta ovviamente segreta fino all’ultimo. L’andirivieni da e per Kiev di questi giorni sembra quasi volere creare l’impressione che, nonostante il conflitto, l’Ucraina sta ritrovando una sua normalità.
Nel giro di una settimana, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato a Londra e a Bruxelles e il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba a Monaco in abiti civili; e Kiev ha visitatori ogni giorno (o quasi): il premier svedese Ulf Kristersson, presidente di turno del Consiglio dell’Ue, Biden, presto la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni sono solo gli ultimi di una lunga lista.
Per quanto previsto, il viaggio di Biden a Kiev e a Varsavia può pure avere una valenza anti-cinese, come a volere schermare l’impatto del piano di pace cinese sull’Ucraina, il cui annuncio, anticipato a Monaco dal capo della diplomazia cinese Wang Yi, è atteso per venerdì.
Pechino ha forse preso in contropiede le diplomazie occidentali, dopo che per un anno s’era defilata sulla crisi ucraina, rifiutandosi di assumere un ruolo di mediazione, senza condannare l’invasione, ma dichiarandosi a favore del rispetto dell’integrità territoriale dei Paesi, un principio da applicare “senza doppie misure” – un modo per dire che Taiwan è Cina.
La ‘guerra dei palloni’ scoppiata all’inizio del mese con il sorvolo del territorio statunitense da parte di una sonda cinese – un pallone spia, per gli Stati Uniti; una sonda meteorologica per Pechino – ed il successivo abbattimento, ha aggiunto un elemento di tensione, probabilmente solo congiunturale, al contenzioso geo-politico, economico e commerciale fra Usa e Cina.
La visita che il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, progettava a Pechino è stata così rinviata sine die. E Blinken ha appena aggiunto un altro anello alla catena dei contenziosi Usa-Cina: l’asserita fornitura alla Russia di droni e altro materiale bellico, così come fanno, o farebbero, l’Iran e la Corea del Nord. Blinken e Wang si sono poi visti a Monaco, a margine di quella conferenza che è stata un trionfo della retorica pro-Ucraina occidentale: nessuno dei punti del contenzioso è stato risolto, ma almeno il dialogo è ripreso.
Wang da Monaco è andato a Mosca: l’avvicinamento tra Cina e Russia nell’ultimo anno è evidente, con Xi e Putin accomunati dal desiderio d’un nuovo ordine mondiale in funzione anti-egemonia Usa. Ed è anche probabile che Wang voglia sondare la reazione di Putin al puzzle del piano di pace di Xi.
Dopo avere tirato la giacca per un anno intero a Xi, perché assumesse un ruolo di mediazione dopo l’invasione dell’Ucraina, Biden pare ora preoccupato che lo faccia davvero: se la Cina vuole prendersi la scena, gli Usa le alzano intorno cortine fumogene. Ma se Pechino dovesse formulare proposte che soddisfano le preoccupazioni di sicurezza russe e la tutela dell’integrità territoriale ucraina sarà difficile fare orecchie da mercante.
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These costly U.S. attacks failed to achieve their goals, but were conducted in order to inflict a blow against Yemen, for daring to challenge the Israelis.