NEW YORK – Barack Obama cambia musica. “Restiamo insieme” canta il presidente “nella buona e nella cattiva sorte: nella felicità e nella tristezza”. Ma sì: “Let’s stay together”. Come cantava appunto Al Green. Nuova sfida e nuova compilation: in fondo anche questo è “change”. Che non è proprio il cambiamento promesso e appena iniziato: però sempre cambiamento è.
Ricordate quattro anni fa? “Yes we can” si chiamava la raccolta delle canzoni della campagna elettorale più imprevedibile d’America. E la musica era ovviamente tutta indirizzato al cambiamento e alla speranza: change and hope. “Waiting on the world to change” cantava John Mayer. “Love and Hope” rincaravano gli Ozomatli. “Wide River To Cross” blueseggiava Buddy Miller.Beh, Mosè-Barack in quel grande fiume da attraversare s’è fermato per la verità nel mezzo del cammino: ma non lo dice anche Clint Eastwood nello spot del Super Bowl che siamo soltanto al primo tempo? Così Obama cambia musica. E nella colonna sonora della campagna elettorale per la rielezione, appena resa pubblica, c’è tutto il cambio di passo. Non poteva certamente mancare il grande Buce Springsteen. Ma non è più il Boss di “Born to Run”. Saremo anche nati per correre ma questo è il momento di fermarsi per rimboccarsi le maniche e continuare il lavoro appena iniziato. L’inno scelto è “We Take Care of Our Own”: sappiamo prenderci cura di noi stessi. Uno slogan che sicuramente piacerà ai moderati attratti dallo stato minimo promesso dai repubblicani.La svolta di Barack s’era già orecchiata qualche giorno fa. E per presentare il nuovo corso musicale il presidente non poteva scegliere posto migliore: l’Apollo Theatre di New York. Proprio durante una raccolta fondi nel teatro mito della musica nera, Obama s’è esibito a sorpresa canticchiando “Let’s Stay Together”.La canzone è uno degli hit più famosi della musica nera ma è anche la meno “colorata”. L’anno è il 1971. E’ lo stesso anno in cui il grande Marvin Gaye si chiede che cosa sta succedendo, “What’s Going On”, nel primo concept-album tutto nero: tra rabbia sociale (“Inner City Blues”) e coscienza ecologica (“Mercy Mercy Me”) nel mondo che sta per essere scosso dal primo grande shock petrolifero. Ma per Al Green è tutt’altra musica. Vogliamoci bene. Superiamo le difficoltà. Perché farci del male. “Let’s Stay Together” è una delle canzoni più morbide della sto.ria Perfino il nostro Fabio Volo l’ha messa in testa alle sue scelte nella compilation “Il volo” con cui 7 anni fa debuttò come dj: più morbida di così.La scelta della colonna sonora, si sa, è fondamentale in ogni campagna elettorale. Pensate a come “Forza Italia” si inculcò nelle orecchie degli italiani: mica per niente è stata scritta dal maestro Augusto Martelli tra la sigla di “Casa Vianello” e un successo di Cristina D’Avena. Figuriamoci dunque se il new deal di Obama non passasse al vaglio degli espertoni di turno. C’è pure chi è andato a scomodare il direttore della Bibbia della musica: Billboard. “Quattro anni fa Obama cavalcò il crescendo di speranza: le cose non potevano andare peggio di come stavano andando e la musica scelta rifletteva quel mood, quel senti” dice Bill Werd. “Oggi c’è meno ottimismo da sbandierare e si vede il pragmatismo di chi cerca il secondo mandato”. Senza per carità guardarsi indietro: non è vero che si stava meglio quando si stava peggio. “No nostalgia” degli AgesAndAges sembra fatta per questo. E per carità: senza rinunciare al bisogno di indignarsi. “Raise up”: tiriamoci su, come canta Ledisi. E poi i grandi classici. Gli Earth Wind & Fire più gioiosi del mondo che riprendono i Beatles di “Got To Get To Into My Life”. E gli immancabili U2 sempre in versione ipergioiosa: “Eveb Better Than The Real Thing”. Fino a quella strizzatina d’occhio agli amici della South Carolina che a settembre ospiteranno la convention che re-incoronerà SuperBarack: ed ecco quindi il cantore di “Carolina on My Mind” James Taylor esibirsi nel classico “Your Smiling Face”.Il nuovo Obama non si ascolterà soltanto ai rally elettorali. Quattro anni fa era ancora l’era dei cd. Il presidente più aggiornato che c’è stavolta ha invece scelto il juke box globale di Spotify per presentare la sua compilation.Quanto basta per lasciare impallidire gli sforzi del rivale Mitt Romney. Che dopo aver tentato di imitare il presidente canterino, esibendosi in Florida nella superpatriottica “America The Beautiful”, continua a pompare ai suoi meeting tutto il country di questo mondo. E poi quella “Born Free” di Kid Rock che sarebbe il suo inno di libertà. Anche perché il cantante, repubblicano fervente, è uno dei pochi che gli ha dato il permesso di utilizzare la sua canzone. Dai Survivor (quelli di “Eye of the Tiger” di Rocky-Stallone) in giù hanno detto no ai candidati repubblicani firo di band. Altro che “Let’s Stay Together”: cantatevela da soli.
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