Edited by Anita Dixon
Alcuni dei recenti scandali italiani – la Lega, Roberto Formigoni e l’amministrazione della regione Lombardia, il ritorno in Italia del faccendiere Valter Lavitola (capitolo n. 77 dello scandalo Berlusconi) per citare solo quelli più noti – oltre a generare un senso di nausea producono anche una voglia di galera. In Italia vige da qualche tempo il principio che i potenti non finiscono mai in carcere. Le poche eccezioni sono quando il potente è vulnerabile, non ha più le solite protezioni politiche, cioè quando non è più potente. Ma i veri potenti in galera non ci vanno mai.
Pensate invece a questi casi avvenuti negli ultimi anni negli Stati Uniti: Il governatore repubblicano dello stato del Connecticutt, John Rowland, è stato costretto a dimettersi, viene condannato e passa un anno in prigione perché alcuni appaltatori dello Stato hanno pagato per qualche lavoro di restauro fatto nella sua casa di vacanza. E che dire, invece, della terrazza della famiglia Bossi, la macchina di suo figlio e delle vacanze di lusso del governatore Formigoni?
Nello stato di Texas, un giudice federale, Samuel Kent, è stato condannato a 33 mesi di prigione perché avrebbe mentito sul trattamento riservato a due impiegate che l’hanno accusato di molestie sessuali. Quanti mesi avrebbe fatto Berlusconi, le cui bugie e le cui molestie non si contano più?
Non meno di venti ufficiali pubblici – compreso il capogruppo del partito repubblicano nel Congresso – un vero potente – sono finiti in prigione per lo scandalo Abramoff – un lobbyista che ha corrotto molti politici con viaggi gratis, cene, contributi alle campagne elettorali. Recentemente, due governatori dello stato di Illinois – uno repubblicano, uno democratico – sono finiti in galera per atti di corruzione.
Naturalmente, ci vogliono i processi per accertare tutti i fatti. Ma se risulterà che Berlusconi ha dato 850 mille euro a Giampiero Tarantini per comprare il suo silenzio, o che ha, con l’aiuto del signor Lavitola, “comprato” un senatore per fargli cambiare schieramento e far cadere il governo, perché non la galera?
Servirebbe a mandare un messaggio molto chiaro: certe cose non si fanno. E se uno le fa, paga un prezzo – un vero prezzo.
Un’Italia con Bossi, Formigoni e Berlusconi in prigione è un paese inimmaginabile, ma sarebbe – se le prove nei loro confronti troveranno un riscontro – un paese serio.
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