The Gaffe That Can Sink Romney

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Romney, la gaffe che può affossarlo

“Metà degli americani si credono vittime”

Il candidato repubblicano dice durante una raccolta fondi che non si preoccupa di quel 47% dei cittadini che “dipende dal governo per sopravvivere” e “pensa di aver diritto all’assistenza sanitaria, al cibo, alla casa”. E molti osservatori sentenziano che “con questo ha praticamente perso le elezioni”

NEW YORK – Mitt Romney pensa che metà degli americani “credono di essere delle vittime” e “dipendono dal governo per sopravvivere”. Tanto vale dunque non curarsi di questo 47 per cento degli elettori che “pensano di aver diritto all’assistenza sanitaria, al cibo, alla casa” e che naturalmente sono destinati a votare per Barack Obama. Il giudizio sprezzante che il candidato repubblicano dà di metà del paese è stato rivelato da un giornalista della rivista Mother Jones che si è intrufolato in una raccolta fondi. E il video realizzato dal magazine – da sempre impegnato a sinistra: anche alla sinistra di Obama – sta creando negli Usa un tale scompiglio che più di un commentatore – in testa un analista di Bloomberg – ha sentenziato che “con queste dichiarazioni Romney ha praticamente perso le elezioni”.

“Si tratta di gente che non ha neppure da pagare la tassa sul reddito” dice sprezzante Mitt dei concittadini a cui tra 50 giorni chiederà di votarlo in uno dei passaggi più incriminati del video “e il nostro messaggio sulle tasse da abbassare non ha nessuna possibilità di fare presa su di loro”. Alienarsi metà degli americani, e soprattutto dei più poveri, non spaventa però il candidato miliardario che, fra l’altro, ha rivelato solo gli ultimi suoi anni di denunce fiscali, svelando guadagni per oltre 45 milioni di dollari. “Non spetta a me preoccuparmi di questa gente”, afferma candidamente l’ex governatore del Massachusetts. Tant’è. Il giudizio sui poveretti che sono costretti a campare con gli aiuti dello stato è definitivo: “Non riuscirò mai a convincerli che devono prendersi personalmente cura di se stessi e delle loro vite”.

Jim Messina, il coordinatore della campagna di Obama, definisce subito “scioccanti” le parole del candidato repubblicano, indignato del fatto che il rivale del presidente si sia dovuto “esprimere a porte chiuse” per dire quello che davvero pensa degli americani. “È difficile servire da presidente di tutti” dice Messina “quando hai intenzionalmente dismesso metà della nazione” in questo modo.

Le dichiarazioni arrivano nel momento più delicato della campagna elettorale. Dopo le due Convention contrapposte, Barack ha guadagnato un distacco che a seconda dei sondaggi va dai tre ai sei punti percentuali riuscendo a portrarsi avanti soprattutto nei cosiddetti swing states (gli stati in bilico) che dovranno decidere l’elezione: dalla Florida all’Ohio. Romney ha cercato di attaccarlo sul piano della politica estera ma le critiche alla gestione della crisi in Medio Oriente si sono rivelate un’arma a doppio taglio: non si accusa il presidente di tutta la nazione nel momento del lutto. Gli ultimissimi sondaggi ridavano il repubblicano nuovamente in recupero: le dichiarazioni a porte chiuse rischiano adesso di compromettere per l’ennesima volta l’immagine di un candidato che non riesce a convincere gli americani. Anche perché pensa che non vale la pena di convincerne almeno la metà: quelli che si credono vittime, quelli che senza lo Stato e Barack Obama sarebbero perduti.

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