Obama Wins Second Round; Libya Blunder Fatal for Romney

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Obama vince il secondo round

fatale per Romney la gaffe sulla Libia

Duro scontro fra i due candidati su tasse, lavoro, energia. Ma la svolta avviene su una domanda sulla strage di Bengasi in cui il repubblicano accusa il presidente di non aver chiarito subito cosa fosse successo. Obama lo sbugiarda

NEW YORK – Alla fine i sondaggi sono tutti concordi: questa volta ha vinto Obama. Il presidente si presenta al secondo confronto televisivo con Mitt Romney reduce dalla secca sconfitta del primo dibattito. Questa volta recupera la grinta e alle domande dei cittadini risponde in modo più convincete aiutato anche da una gaffe del suo sfidante sulla strage di Bengasi che gli permette di andare a bersaglio in modo, tutto sommato, semplice. Il suo avversario è sembrato molto meno convincente rispetto alla prima uscita, spesso ripetitivo nel suo mantra “io so come rilanciare l’economia”. Obama da parte sua si è permesso anche qualche battuta caustica come quando parlando di pensioni ha detto: “Io alla mia non ci penso anche perché non è ricca come la tua”.

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A moderare l’incontro c’era Candy Crowley, giornalista della Cnn, ma le domande le hanno fatte i cittadini ed i temi sono stati quelli sui quali l’America vuole risposte dagli uomini che si candidano a guidare il Paese. L’hanno fatta da padrone ovviamente il lavoro, le tasse, l’economia ma anche l’energia verde, la diffusione delle armi, le politiche per l’immigrazione, la disparità tra gli stipendi di uomini e donne.

“Con Obama finiremo come la Grecia, ha creato disoccupazione e debito”, ha attaccato Romney. “Vuole solo diminuire le tasse ai ricchi”, la risposta di Obama che ha rilanciato la politica dell’energia verde mentre il candidato repubblicano ha risposto con la necessità “di tutelare i produttori di petrolio e carbone” e di continuare con le “trivellazioni”. Sulla Cina Romney, come previsto, ha mostrato i muscoli accusando il Paese asiatico di giocare fuori dalle regole di essere “un manipolatore di valuta”. Ma Obama lo fulmina: “Romney investe in aziende che creano dispositivi elettronici per spiare i cittadini cinesi mentre in passato aveva investito in aziende che creavano posti di lavoro in Cina”.

Ma è sulla Libia che il dibattito prende la piega che porterà Obama alla vittoria. A tirare in ballo la questione degli attacchi di Bengasi è un cittadino. È qui che Obama ritrova tutta la sua autorevolezza di presidente. “Non si strumentalizza la sicurezza nazionale per speculazioni politiche” inizia il presidente rispondendo agli attacchi di Romney e dei repubblicani sulla cattiva gestione degli attentati in Libia (in cui l’11 settembre sono stati uccisi l’ambasciatore Stevens e altri tre cittadini americani). E poi: “Io sono responsabile di quello che è successo. Troveremo chi ha ucciso Stevens. Romney invece – attacca mostrando tutta la sua indignazione – ha fatto una battuta per fini politici mentre i nostri morti erano ancora in terra. Non si comporta così un comandante in capo”. “Hillary Clinton ha fatto un ottimo lavoro ma lei lavora per me: sono io responsabile”.

E qui Romney è caduto nella gaffe. Sicuro di poter accusare il presidente per la sua condotta ha cominciato a dire che “quell’atto terroristico mette in discussione tutta la politica di Obama in Medio Oriente”. Ma poi ha sbagliato: ha iniziato a balbettare, con voce tremula e in chiara difficoltà, mentre accusava Barack Obama di aver mentito sulla strage di Bengasi. “Vedo che solo ora Barack Obama ha ammesso che si trattava di un atto di terrorismo… cosa che ha invece detto dopo due settimane dai fatti, e non il giorno dopo”. Ma si sbagliava e Obama glielo fa notare subito: “Basta leggere i verbali per sapere cosa ho detto da subito”, ha replicato sereno il presidente. E Candy Crowley, la moderatrice: “Lo ha detto nel giro di 24 ore”.

Dopo lo scontro su Bengasi, il faccia a faccia è andato avanti tranquillo. Fino al colpo finale del presidente, che ha ricordato la gaffe del rivale sul 47% 2 degli americani per i quali, come disse in un video “rubato”, non ha interesse perché sono parassiti mantenuti dal governo. A quel punto Romney, che poco prima aveva detto di avere a cuore il “100% dei cittadini”, non poteva più replicare perché il tempo era scaduto. Restava il tempo per l’abbraccio alle mogli e per una mail di Obama agli elettori: “Questa corsa è testa a testa. Tutto si decide nelle prossime settimane. E’ l’esito è nelle tue mani. Io combatterò più forte che posso, ma non posso farcela senza di te”.

(17 ottobre 2012)

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