You Lost? I Don’t Like You Anymore

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Posted on November 19, 2012.

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Hai perso? Non mi piaci più

di Carola Frediani

Dopo la sconfitta elettorale, Romney ha visto crollare i suoi ‘like’ su Facebook. Ma si scopre che già durante la campagna elettorale era esploso il fenomeno dell’«unfriend» tra avversari politici

(13 novembre 2012)

Si sa che gli amici si vedono nella cattiva sorte. Quando sei il candidato alla Casa Bianca tutti a schiacciare il tasto ‘like’ e a condividere post. Ma dopo che vieni battuto, eccoli abbandonare la nave come topi. E così Mitt Romney, non appena ha ammesso la sconfitta, ha assistito a una straziante emorragia di ‘like’ dalla propria pagina Facebook. Che qualche implacabile social media analyst si è messo anche a contare: 847 “Non mi piace più” all’ora. Con i 12 milioni di fan del politico repubblicano – tanti certo, ma in realtà abbastanza contenuti se paragonati ai 33 milioni di Obama – che sfilavano via uno ad uno come il pubblico di una conferenza troppo noiosa.

Naturalmente c’è anche chi ci ha fatto subito un bel sito: DisappearingRomney.com conteggia proprio la progressiva scomparsa dei sostenitori dello sconfitto alle presidenziali: da una parte il grafico con l’andamento in picchiata, dall’altra quello in tempo reale, che traccia l’amico in più o l’amico in meno istante dopo istante.

Attenzione però: la perdita di ‘like’, secondo alcuni osservatori, può anche essere fisiologica e avrebbe a che vedere con il concetto molto lasco di amicizia sui social, specie se si è un politico. E’ cioè possibile che una parte di questi “Non mi piace più” provengano da elettori o utenti che volevano seguire da vicino la campagna repubblicana e riceverne gli aggiornamenti: terminata la corsa elettorale, hanno solo fatto un po’ di pulizia nel proprio feed, nel flusso di aggiornamenti giornaliero.

C’è da dire però che nel caso di Obama l’interesse non è diminuito, visto che i suoi fan social sono in netta crescita, e che quindi alla fine l’appeal del vincitore, e di contro la sindrome dello sconfitto, forse contano davvero.

Di sicuro, la pratica indicibile dell’unfriend, cioè dello smettere di essere amici sui social media e in particolare su Facebook, ha raggiunto il suo picco durante le elezioni americane. Già qualche mese fa una ricerca del Pew Internet and American Life Project aveva ammonito: il 38 per cento degli utenti di social media si è accorto (con orrore?) che le opinioni politiche dei propri amici on line sono diverse da quello che pensava. E il 18 per cento è pronto a bloccare, nascondere o terminare l’amicizia con l’account di chi pubblica messaggi politicamente opposti alle proprie idee.

Anche se non ci sono ancora dati certi e globali sull’andamento complessivo degli unfollow e degli unfriend a ridosso delle elezioni, le testimonianze pubbliche del ricorso a questa pratica sono numerose. Il problema si pone soprattutto per Twitter, dove non ci sono filtri, come in Facebook, e quindi l’opzione è secca: sorbirsi fiumi di tweet sgraditi o non seguire più un utente.

Ma anche in questo caso qualcuno ci ha costruito sopra delle applicazioni. Unpolitic.me è un’estensione per il browser Chrome che bloccava ogni post di Facebook o Twitter contenente termini come “elezioni”, “Obama” e “Romney”. Particolarmente adatta a chi, in quei giorni, non voleva essere investito dal fiume di commenti a sfondo politico.

Non è l’unica per altro. Socialfixer è un’altra estensione per browser, più vecchia, che, tra le altre cose, filtra i messaggi di Facebook sulla base di parole-chiave, consentendo di personalizzare il repulisti del proprio feed, e di adattarlo alle esigenze più diverse.

Nel caso di Twitter comunque si può anche ricorrere alla app Doghouse: consente di non seguire più degli utenti per un periodo di tempo definito. Li mette in quarantena per un po’ insomma, giusto il tempo di una partita o una elezione. E l’amicizia, almeno formalmente, è salva.

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