La saga di Edward Snowden, il giovane americano che ha rivelato al mondo lo spionaggio di massa attuato dalla National Security Agency, ha sostituito nei giornali la questione, ben più rilevante, se il programma violi gli interessi e i diritti dei paesi alleati degli Stati Uniti e se questo programma sia costituzionale. Scegliendo di raccontare le peripezie di Snowden, sempre bloccato a Mosca, i media di fatto censurano la questione generale. Tralasciamo le formali e ipocrite “reazioni” europee, tra le quali si è distinta quella del ministro degli Esteri Emma Bonino che si è limitata a dire di “aver fiducia” nei nostri amici americani e concentriamoci sulla costituzionalità del programma Prism.
Sul Wall Street Journal, la risposta del professor Randy Barnett, della Georgetown University, è secca: l’accumulazione indiscriminata di dati sulle conversazioni telefoniche e sulla corrispondenza elettronica viola il Quarto e il Quinto emendamento della Costituzione. La ragione è semplice: il Quarto emendamento è estremamente specifico nell’indicare che “Il diritto dei cittadini alla sicurezza personale e a quella della loro casa, dei loro documenti e dei loro beni di fronte a perquisizioni e sequestri ingiustificati, non potrà essere violato, e non si potrà emettere alcun mandato giudiziario se non per fondati motivi, basati su giuramenti o dichiarazioni sull’onore e con una descrizione specifica del luogo da perquisire e delle persone o cose da prendere in custodia”. Occorrono fondati motivi (“probable cause”) e descrizione specifica del luogo da perquisire e delle persone o cose da prendere in custodia. In altre parole, la sorveglianza indiscriminata è incostituzionale.
Se la Corte federale addetta al controspionaggio (Fisc) ha dato il suo assenso all’avvio del programma Prism può essere che quest’ultimo sia legale (anche se sembra che la NSA o i suoi “contractors” abbiano ampiamente ecceduto il mandato) ma, anche se legale, è segreto, quindi certamente contrario al Quinto emendamento che garantisce un “giusto processo” pubblico, basato sul contraddittorio, a tutti i cittadini.
L’amministrazione Obama si è difesa affermando che vengono raccolti soltanto i “metadati”, cioè i tabulati telefonici di chi chiama chi, oppure gli indirizzi e gli oggetti delle mail, non il contenuto. Questa difesa, che si basa sulla sezione 215 del Patriot Act voluto dall’amministrazione Bush e riapprovato durante il primo mandato di Obama è inconsistente: non ha senso sostenere che ogni telefonata oppure ogni mail che ogni americano fa o riceve sia rilevante per una specifica indagine antiterrorismo.
Il Quarto emendamento è stato molto maltrattato negli ultimi decenni, ben prima dell’11 settembre, in nome della “guerra alla criminalità”. Tuttavia, gli americani hanno ancora il diritto di presumere che le loro decisioni, i loro movimenti e le loro comunicazioni non siano registrati e analizzati dal governo: due sentenze fondamentali della Corte suprema, Griswold v. Connecticut (1965) e Roe v. Wade (1973) sono basate sul riconoscimento esplicito dell’interesse del cittadino a non rivelare ai pubblici poteri l’uso di contraccettivi (Griswold) e il diritto di interrompere la gravidanza (Roe) perché si tratta di decisioni che riguardano la sfera intima della vita personale.
Non solo: già durante le audizioni al Senato sulla privacy del 1988, il senatore Patrick Leahy notò che il flusso di informazioni generate dalle transazioni più banali, come affittare un film o prendere a prestito un libro in biblioteca, creava una “nuova, sottile e pervasiva forma di sorveglianza”. Il Congresso, poco dopo, passò una legge che vietava la divulgazione dell’identità dei clienti di negozi di videocassette, una legge tutt’ora in vigore che si applica anche a chi scarica un film on line attraverso Netflix. Le intuizioni di Leahy si sono avverate al di là della più pessimistica delle previsioni.
E’ arrivato il momento di rileggere il motto del governo totalitario immaginato da Orwell: “War is Peace. Freedom is Slavery. Ignorance is Strength” e applicarlo all’amministrazione Obama?
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