US President Offers Mea Culpa for Disruptions to ‘Obamacare’ and Announces New Changes

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Obamacare, il presidente Usa fa mea culpa sui disservizi e annuncia cambiamenti

Logorato nei consensi per il cattivo funzionamento del sito e per alcuni vincoli della legge, Obama annuncia di voler correre ai ripari. Ma sulla sua riforma sanitaria si concentra l’attacco dei repubblicani

di Roberto Festa | 14 novembre 2013

Obamacare, il presidente Usa fa mea culpa sui disservizi e annuncia cambiamenti

“Non sono stato informato dei problemi al sito della riforma sanitaria. Ho deciso di introdurre dei cambiamenti importanti all’Obamacare“. Così, con l’affermazione di essere stato tenuto all’oscuro di quanto succedeva e la promessa di un rapido dietrofront, Barack Obama cerca di correre ai ripari e attutire gli effetti politici di una crisi – l’ennesima – che rischia di far deragliare ancora una volta il corso della sua presidenza.

In una conferenza stampa organizzata in tutta fretta alla Casa Bianca, Obama ha risposto alle perplessità e alle critiche che hanno segnato, a inizi ottobre, l’esordio dell’Obamacare: dal cattivo funzionamento del sito alla promessa, rivelatasi poi falsa, che Obama aveva fatto in campagna elettorale sulla possibilità per i cittadini USA di mantenere i loro vecchi piani assicurativi. Per quanto riguarda la prima questione, Obama ha spiegato “di non essere stato informato che il sito per registrarsi alla Obamacare ha avuto problemi tecnici”. La cosa dovrebbe essere stata risolta, ha spiegato Obama, e il sito è in grado di funzionare a pieno regime per i prossimi mesi.

Ancora più importante e atteso da molti americani è stato l’altro annuncio. Gli americani che lo vorranno potranno mantenere per un anno ancora le attuali assicurazioni sanitarie. “Gli assicurati potranno estendere i loro piani – che altrimenti sarebbero stati cancellati – per tutto il 2014″, ha spiegato Obama che ancora una volta si è profuso in scuse per aver “fallito nel lancio di questa nuova legge sanitaria”, assicurando comunque che “quando l’anno prossimo la gente si guarderà indietro, dirà che la riforma sta funzionando bene e aiuta un sacco di gente”. La novità introdotta da Obama riguarda comunque soltanto chi ha già un piano assicurativo e intende mantenerlo. Chi non dispone attualmente di un’assicurazione non potrà acquistare vecchi piani sanitari.

Il discorso di Obama è stato un modo per raddrizzare una questione che stava per diventare – e forse è già diventata – un problema serio per molti democratici in cerca della rielezione alle prossime elezioni di midterm 2014. E sicuramente degli effetti poco piacevoli ci potranno essere anche sul prossimo candidato democratico alla presidenza. La riforma della sanità è stata infatti l’atto legislativo sinora più importante della presidenza Obama (e lo sarà probabilmente fino al termine del suo secondo mandato) e i problemi riscontrati nelle ultime settimane non sono destinati a rendere facile la vita per i democratici nel 2016. Tanto più che da subito i repubblicani hanno mostrato di voler sfruttare politicamente la vicenda. Un voto sulla riforma sanitaria è previsto alla Camera, a maggioranza repubblicana, per la giornata di venerdì. La misura, presentata dal repubblicano del Michigan Fred Uptown, propone di mantenere l’attuale copertura sanitaria per tutto il 2014, senza incorrere in alcuna sanzione amministrativa. Pressappoco quanto proposto ora da Obama.

In gioco, a questo punto, non c’è comunque soltanto il futuro del candidato democratico nel 2016, ma anche i tre anni che restano alla attuale presidenza. Tutti i sondaggi più recenti mostrano un deciso calo di consensi per Obama (un sondaggio Rasmussen Reports delle ultime ore rivela che soltanto il 44% degli americani approva il lavoro del presidente). In picchiata libera è soprattutto la fiducia nella sua buona fede e onestà intellettuale – un dato particolarmente preoccupante, perché Obama ha potuto in questi anni contare su un considerevole rispetto personale, se non politico. La Casa Bianca aveva sperato che un’intervista, la scorsa settimana, in cui Obama si “rammaricava” per i disagi patiti da molti americani, riuscisse a raddrizzare la situazione. Così non è stato, e il presidente si è dovuto piegare a nuove scuse e a decisi cambiamenti nella legge.

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