Ma chi protegge il presidente Obama?
Un uomo salta i cancelli della Casa Bianca. È il settimo caso in un anno: è ancora bufera sui servizi addetti alla sicurezza del comandante in capo
Ma la vita di Barack Obama è in pericolo? La domanda è diventata d’obbligo dopo che è emersa un’incredibile serie di errori commessi dagli uomini dei servizi segreti che devono garantire l’incolumità del presidente. Negli Stati Uniti quello della sicurezza dell’inquilino della Casa Bianca è già diventato un caso politico. E a poco sembra essere bastata la decisione, presa meno di un mese fa, del capo della sicurezza di Obama, Julia Pierson, di dimettersi dal suo incarico. Perché le falle della security non accennano comunque a diminuire. E i casi che fanno discutere sono già sette in un anno: un numero considerato intollerabile per l’uomo più potente del mondo.
Salta i cancelli della Casa Bianca
Dominic Adesanya, 23 anni, afroamericano di Bel Air, è riuscito ieri a saltare i cancelli della Casa Bianca, avvicinandosi ad una trentina di metri da uno degli ingressi, prima di essere catturato dagli agenti dei servizi segreti. Bloccato prima da due cani, colpiti dal giovane a calci e pugni e rimasti feriti, e poi dagli agenti, è ora ricoverato in ospedale. Pare che il ragazzo, che indossava un paio di pantaloncini bianchi, si sia sollevato la maglietta per far vedere agli agenti di non essere armato.
Un uomo armato in ascensore con Obama
Risale al 16 settembre scorso. Obama era in visita al Centro di Prevenzione delle Malattie di Atlanta. Uno sconosciuto armato è entrato in ascensore con lui. Un guardia giurata, addetta alla sicurezza del palazzo. Ma gli uomini del Secret Service hanno capito che era uno che non doveva stare in quella situazione dopo che questi ha iniziato comportarsi in modo non professionale; ha tirato fuori di tasca il telefonino per scattare alcune fotografie a Obama.
L’uomo è stato allora allontanato e qualche accertamento seguente ha fatto scoprire che aveva pendenze con la giustizia. Era stato accusato di aggressione in tre diverse occasioni. Non proprio il profilo di uno a cui è permesso stare a pochi centimetri di distanza dal presidente con un pistola nella fondina. In quell’ascensore di Atlanta, gli uomini del Servizio di Sicurezza della Casa Bianca avevano violato la regola numero uno per garantire l’incolumità di Obama: nessuno sconosciuto armato deve arrivare vicino a Potus (President of the United States).
Alla Casa Bianca con un coltello
L’episodio di Atlanta è accaduto solo tre giorni prima della clamorosa impresa di Omar Gonzales, il 42enne veteranno dell’Iraq che ha scavalcato la cancellata della Casa Bianca, ha superato di corsa il giardino ed è entrato dentro l’East Room, nel luogo (in teoria) più sicuro del mondo. Aveva con sé un coltello, ma sembra proprio che non avesse alcuna intenzione di usarlo.
Gonzales è riuscito a entrare nella Casa Bianca perché nessuno l’ha visto superare la barriera esterna, nessuno ha liberato i cani da guardia, nessuno ha controllato che le porte fossero chiuse, nessuno si era accorto che l’allarme collegato a quell’entrata non era funzionante. Eppure, quello dovrebbe essere un bunker.
Dopo l’arresto, l’uomo ha detto che voleva soltanto avvertire il presidente dei disastri causati dai cambiamenti climatici. Solo un paio di mesi fa, Gonzales era stato fermato e sulla sua macchina erano stati scoperte 11 tra pistole e fucili. E una cartina della Casa Bianca. Poi era stato rilasciato. Due mesi dopo si è presentato in Pennsylvania Avenue.
Gli errori del servizio di sicurezza
Messi insieme questi due episodi danno il senso di quanto sia a rischio l’incolumità di Obama. Soprattutto se si pensa che sono avvenuti in rapida sequenza, uno a distanza di poche ore dall’altro. Ma non sono i soli emersi. Ce ne sono altri. Che risalgono al passato. Per esempio nel 2011 uno sconosciuto aveva sparato alcuni proiettili contro la facciata della Casa Bianca. Uno aveva colpito un vetro degli appartamenti privati del presidente. Nel 2009, una coppia (marito e moglie) si era imbucata a un ricevimento di stato dentro la Casa Bianca, arrivando a dare la mano a Obama. I due avevano bypassato ogni controllo.
Un altro scandalo era scoppiato nel 2012 quando gli uomini della sicurezza che si erano recati in Colombia per una visita di stato di Obama erano stati trovati completamente ubriachi in albergo. C’era stata la promessa di un giro di vite, ma poi qualche mese dopo, in Olanda, era successa la stessa cosa. I colpevoli erano stati sospesi dal servizio.
Come spiegare tutti questi errori? Secondo alcune fonti, dopo i recenti tagli al budget e la riduzione di personale, dentro l’apparato di sicurezza di Obama serpeggia il malumore e la frustrazione. Ma, la questione economica non può certo spiegare questo livello di impreparazione. La questione forse è solo questa: il tanto mitizzato servizio di protezione del presidente degli Usa non ha un livello di professionalità adeguato.
L’intruso in elicottero
Eppure, Obama è uno dei presidenti potenzialmente più in pericolo nella storia degli Usa. Ogni anno, ci sono decine e decine di segnalazioni di minacce di morte provenienti dall’interno (gruppi radicali di destra) e dall’esterno (terroristi islamici). Eppure, già l’esperienza di questi anni (una quindicina di intrusi nella Casa Bianca) avrebbe dovuto portare a un maggiore controllo attorno a lui.
In realtà, intrusioni in Pennsylvania Avenue ci sono sempre state. Theodore Roosevelt si trovò di fianco uno sconosciuto armato e quando capì che era potenzialmente pericoloso lo fece blindare dagli agenti di sicurezza. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Franklin Delano Roosevelt amava guardare film per rilassarsi nella piccola sala cinema della Casa Bianca. Una sera scoprì di aver assistito a un anteprima accanto a un intruso che si era seduto di fianco a lui senza che nessuno si accorgesse di nulla.
Nel 1974 due episodi: nel giorno di Natale, un uomo che credeva di essere il messia prese una macchina, sfondò il cancello dell’ala nord per finire la sua corsa sotto il portico della residenza del presidente. Qualche mese dopo, l’invasione forse più clamorosa. Un ex militare rubò un elicottero e lo guidò sulla Casa Bianca. Atterrò nella zona sud del giardino, decollò di nuovo e di nuovo atterrò. Gli uomini del servizio di sicurezza iniziarono a sparare solo durante il secondo atterraggio. E queste sono le volte che è andata bene.
Nella storia degli Usa, lo sappiamo bene, sono diversi gli attentati riusciti contro un presidente. La vita di Barack Obama è in pericolo?
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