America: 2 Months of Bated Breath Will Follow the Vote

<--

America: due mesi in apnea dopo il voto

di Massimo Gaggi | 12 settembre 2024

Senza un risultato netto l’America (e il mondo) vivranno due mesi col fiato sospeso con le scadenze per il voto postale, i riconteggi e i ricorsi spalmate nei vari Stati per tutto novembre e fino a metà dicembre: servirebbero pazienza e fiducia nelle istituzioni

Mentre l’America ha già cominciato a votare (aperto quello postale in Alabama mentre in North Carolina le prime schede sono state bloccate dopo l’ordine del tribunale di ristamparle senza il nome di Robert Kennedy Jr, che si è ritirato), la corsa di Kamala Harris verso la Casa Bianca rimane in salita. Ma la netta vittoria nel dibattito col suo avversario repubblicano che le dà chances di spuntarla alle presidenziali del 5 novembre, riaccende l’allarme rosso su procedure del voto arcaiche, complesse, diverse da Stato a Stato. Anche perché Donald Trump continua a sostenere che i democratici possono vincere solo imbrogliando. Se perderà, è scontato che contesterà il risultato anche perché mentalmente incapace di concepire la possibilità di una sconfitta: il rischio di un nuovo uno scenario stop the steal come quello di quattro anni fa è concreto.

Per questo il governo ha dichiarato il conteggio dei voti elettorali che verrà fatto in Congresso il 6 gennaio 2025 (l’atto finale prima dell’insediamento del nuovo presidente) Evento Speciale per la Sicurezza Nazionale: il Servizio Segreto difenderà con un massiccio spiegamento di forze la collina del Parlamento per evitare assalti come quello del gennaio 2021. Ma se un’altra insurrezione nella capitale è assai improbabile, stavolta i pericoli arriveranno molto prima, verranno da vari Stati e dipenderanno sia da malfunzionamenti (le Poste, in crisi, faticano a consegnare e ritirare le schede elettorali entro le scadenze, in alcuni Stati i sistemi sono stati modificati con leggi che rendono possibili condizionamenti politici), sia dalle contestazioni legali. Niente ricorsi last minute come quelli trumpiani del 2020: stavolta i repubblicani hanno reclutato oltre centomila volontari per andare a monitorare le operazioni di voto negli Stati-chiave mentre i loro avvocati hanno già lanciato un centinaio di denunce preventive (come la richiesta di rimuovere 500 mila nomi dalle liste elettorali dell’Arizona) in preparazione di un’offensiva di ricorsi post voto.

Senza un risultato netto l’America (e il mondo) vivranno due mesi col fiato sospeso con le scadenze per il voto postale, i riconteggi e i ricorsi spalmate nei vari Stati per tutto novembre e fino a metà dicembre: servirebbero pazienza e fiducia nelle istituzioni. L’America di oggi non ha né l’una né l’altra.

About this publication