Obama and Berlusconi's "Cordial Phone Call"

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Obama-Berlusconi

“Telefonata cordiale”

Giornata di gelo, poi in serata la schiarita tra i due leader

CORRISPONDENTE DA NEW YORK

Poche ore dopo la gaffe di Silvio Berlusconi sull’«abbronzatura» di Barack Obama, il nuovo presidente americano ha fatto il primo summit internazionale chiamando al telefono i leader di nove Paesi amici e alleati, fra i quali l’Italia non c’era. Accusato il colpo, Palazzo Chigi ha iniziato un’operazione di recupero diplomatico con una trattativa che ha portato all’accordo per una telefonata fra Obama e Berlusconi avvenuta nella tarda serata di ieri, durante la quale è stata ribadita «amicizia e collaborazione» fra i due Paesi, dandosi appuntamento al G8.

Tutto è iniziato nel pomeriggio di giovedì, ora di Chicago, quando Obama ha discusso la crisi finanziaria – e anche di Afghanistan, Iran, Nord Corea e clima – restituendo la chiamata ai leader che gli avevano fatto avere le congratulazioni per l’elezione. Da qui i colloqui con i capi di governo di Australia, Gran Bretagna, Canada, Francia, Germania, Israele, Giappone, Messico e Sud Corea. La conversazione più lunga è stata col francese Nicolas Sarkozy, presidente di turno dell’Ue, con cui per circa 30 minuti ha parlato di economia mentre con Angela Merkel e Gordon Brown si è discusso di Iran, Afghanistan e Nord Corea. L’israeliano Ehud Olmert lo ha avvertito sul rischio di «apparire debole» se dovesse aprire a Teheran. Il canadese Harper ha chiesto a Obama se sarà al summit del G20 di Washington e lui ha risposto negativamente. Stephanie Cutter, portavoce di Obama, si è limitata a far conoscere la lista dei leader chiamati mentre sono state le capitali a farne conoscere i contenuti. La prima giornata di diplomazia internazionale è stata inoltre segnata dalla lettera di congratulazioni del leader iraniano Mahmud Ahmadinejad alla quale Obama ha detto che risponderà «nella maniera appropriata». Ognuna delle telefonate ai nove leader è stata preparata sulla base dei memo della task force di politica estera che Gregory Craig, possibile prossimo consigliere per la sicurezza, coordina all’11° piano del 233 di North Michigan Avenue, a Chicago. Accortosi di essere stato escluso dal giro di consultazioni internazionali di Obama, il governo italiano ha dato vita ad un pressing sul team di Barack affidando il compito di recuperare all’ambasciatore a Washington Gianni Castellaneta che dopo l’Election Day aveva trasmesso le congratulazioni dell’Italia al vincitore. Castellaneta ha così parlato a più riprese con Rahm Emanuel, nuovo capo di gabinetto, e Craig, arrivando a concordare una telefonata fra i due leader, nella quale hanno ribadito «amicizia e collaborazione». Obama ha chiamato Berlusconi al termine della conferenza stampa di Chicago, la conversazione è durata 20 minuti e il premier si è detto «contento e commosso» per la storica vittoria elettorale, parlando di «grande attesa per la nuova presidenza». I due leader hanno quindi parlato del G8 di giugno in Italia. «Attorno a quel tavolo io sarò il più anziano» ha detto Berlusconi. Poche ore prima, al fine di smussare la tensione che si era accumulata a causa della battuta sull’abbronzatura, Castellaneta aveva dato un’intervista alla Cnn spiegando che «si è trattato di una maniera di dire che si adopera in Italia per sottolineare la bellezza di una persona».

L’assenza dell’Italia nelle telefonate di giovedì sera non è stata motivata dai portavoce di Obama ma da ambienti democratici a Washington trapela una certa sorpresa per le parole pronunciate a Mosca dal presidente del Consiglio, ampiamente riportate dai mezzi di comunicazione negli Stati Uniti. «Forse qualcuno dovrebbe dire a Berlusconi che gli americani hanno eletto il nuovo presidente, facendogli notare che essendo un afroamericano non può essere abbronzato» commenta Sidney Blumenthal, ex consigliere di Clinton, secondo cui «lo scivolone di Berlusconi è finito nei files del team Obama in tempo reale» per via del fatto che i giovani funzionari incaricati della politica estera lavorano 24 ore su 24, soprattutto sul web, catalogando ogni informazione. Per Joseph Cirincione, esperto di proliferazione nucleare molto ascoltato dai democratici, «la gaffe deve aver fatto apparire Berlusconi al team Obama come molto confuso di fronte all’esito delle urne». Le poche indiscrezioni che filtrano da Chicago vengono da giovani leve di Obama che, chiedendo l’anonimato, suggeriscono come «Barack reagisce in situazioni simili» ovvero «sfoggiando un grande sorriso e ignorando una vicenda dalla quale non può uscire nulla di buono» mentre ad agire è stato «chi memorizza tutto».

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