The CIA Closes Its Climate Change Office

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Il reparto era stato aperto tre anni fa, fra molte polemiche. Doveva occuparsi di studiare i legami fra variazioni climatiche e minacce alla sicurezza nazionale

È durato tre anni, il Climate Change Center. Ora però la Cia ha deciso di chiudere questo ufficio, dedicato allo studio dei cambiamenti climatici, senza spiegare bene il perché.

Cambiamenti climatici

Del resto non era ben chiaro nemmeno perché fosse stato aperto, nel 2009: che cosa c’entrano le variazioni meteorologiche con lo spionaggio? Non è che si capisse molto, tanto è vero che alcuni repubblicani avevano criticato la nascita di questo reparto come uno spreco di soldi pubblici e soprattutto come una perdita di tempo rispetto agli obiettivi dell’agenzia: cioè combattere il terrorismo e occuparsi della sicurezza nazionale. Due attività che non sembrano direttamente legate ai mutamenti del clima.

Ma secondo la Cia un nesso esiste: tenere sotto controllo il riscaldamento globale, la quantità di pioggia, le temperature degli oceani e perfino lo sviluppo delle piante sarebbe utile anche per studiare e prevenire eventuali minacce alla sicurezza degli Stati Uniti. Come, non si sa. Si sa però che dopo avere approfondito l’argomento per tre anni, il Climate Change Office sarà cancellato, come una qualunque previsione sbagliata. E come non erano chiari i motivi della sua nascita, così rimangono i dubbi sulle ragioni della sua fine: potrebbe essere colpa dei tagli al budget dell’agenzia, o potrebbe trattarsi di una decisione dovuta a pressioni di tipo politico. Il portavoce dell’agenzia Todd Ebitz in realtà ha spiegato al New York Times che non si tratta di una cancellazione totale: rimarrà comunque una squadra di lavoro che continuerà a studiare l’argomento, nell’ambito però delle «questioni economiche ed energetiche che hanno ripercussioni sulla sicurezza nazionale americana». Non suona esattamente come misurare i millimetri di pioggia e controllare i termometri, ma forse non si poteva buttare all’aria il lavoro di tre anni ammettendo – implicitamente – che fosse stato tutto inutile.

Quindi il «Center on Climate Change and National Security» (questo il nome per esteso dell’ufficio, forse un po’ troppo visionario) mette da parte le sue ricerche, senza comunicare al mondo quanto siano state importanti per difendere l’America dal terrorismo. Di certo non ci sarà, a rimpiangerlo, il senatore del Wyoming John Barrasso. Che ha esultato: «È la decisione giusta. La Cia deve puntare le proprie risorse per prevenire il terrorismo e proteggere gli americani». Clima a parte.

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